L'intervista a don antonio Mattitelli sul caso di Giovanni Barreca e della strage familiare

“Sì, il fanatismo religioso è pericoloso, una cappa che distrae la persona dalla realtà. Di conseguenza, la allontana dalla realtà e la fa vivere in un mondo nel quale ciò che dice il santone di turno diventa la verità”. Lo dice a LaPresse don Antonio Mattitelli, padre esorcista, dallo scorso mese di settembre esorcista della arcidiocesi di Matera-Irsina e in precedenza della diocesi di Tricarico. Il commento riguarda la strage avvenuta a Palermo e maturata, sembra, all’interno di una setta. “Nel cuore dell’uomo c’è un desiderio di liberazione dal male e salvezza che la società non è in grado di appagare – ha affermato – e non essendo più indirizzato alla parrocchia o ai gruppi di preghiera che vengono considerate arretrate, l’uomo cerca conforto in realtà che esaltano il mistero, la paura, il maligno”. Ma “il maligno è una cosa seria, non un personaggio da baraccone o da due soldi – ha aggiunto – è sbagliato vedere il maligno dappertutto”.  “Quello che è accaduto non ha niente a che fare con gli esorcismi cattolici. L’esorcismo, per la Chiesa cattolica, è una cosa seria, solo il sacerdote può farlo, su mandato del vescovo, non può farlo un padre di famiglia o un tizio qualunque” aggiunge Mattitelli.

È roba seria la questione degli esorcismi“, afferma. “Nel cuore dell’uomo c’è una sete di sacro che questo tempo, il regime culturale e politico in cui viviamo, non è in grado di soddisfare – sottolinea -. Questo spinge le persone a consegnarsi facilmente in braccio al primo che gli parli di ‘sacro'”.

Don Mattitelli spiega che “l’uomo è un animale religioso prima ancora che razionale e sociale”, alla ricerca di “luoghi di aggregazione e di risposte a domande fondamentali”.”Se non si è critici e accorti si finisce in braccio a questi gruppi che sono guidati e fondati in malafede da malintenzionati – aggiunge – Nel cuore dell’uomo c’è desiderio di liberazione dal male e salvezza che la società non è in grado di appagare, non essendo più indirizzate alla parrocchia o ai gruppi di preghiera che vengono considerate arretrati”. “Tutto questo li spinge a cercare conforto in realtà che esaltano il mistero, la paura, il maligno”, conclude. 

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