Filippo Mosca, la madre: “Lo hanno spezzato, governo ci aiuti”

L’appello al governo della mamma di Filippo Mosca, il 29enne di Caltanissetta detenuto da 10 mesi nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 3 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. “Filippo non è un caso politico, mio figlio è solo un caso, l’ennesimo, di ingiustizia dei tribunali romeni ma è anche un cittadino italiano che merita di essere supportato e protetto. Chiedo al governo italiano che si apra un dialogo politico formale con le istituzioni romene sul caso di mio figlio”, ha detto la madre del ragazzo, Ornella Marraxa, a LaPresse, rivolgendosi anche ai media: “Non mi lascino sola e continuino a supportarmi. Chiedo che siano presenti in aula il 7 marzo”, giorno in cui si svolgerà il processo d’appello. Inoltre, promette di non fermarsi e non arrendersi “fino alla fine. Dopo so già che avrò un crollo fisico e psicologico ma adesso devo lottare per mio figlio“. In conclusione, afferma: “Quello che io chiedo a questo punto è che il Governo italiano gli garantisca un processo imparziale e giusto. Quando mi si risponde che il governo non può entrare in merito al caso giudiziario io rispondo sempre che, nel caso di Filippo, il primo a non seguire le leggi, romene ed europee è stato proprio il tribunale di Costanza. E contro una ingiustizia del genere si può e si deve intervenire”.

“Sta vivendo delle cose orribili”

Mio figlio è stanco, lo hanno spezzato. Dieci mesi vissuti in questo modo lasciano cicatrici nell’anima difficili da rimarginare”, ha poi raccontato Marraxa a LaPresse sulle condizioni detentive del figlio. “Abbiamo sentito Filippo e ci ha raccontato che l’altro ieri hanno ucciso davanti ai loro occhi i cani randagi che stanno sempre intorno al carcere mentre tutti i detenuti gridavano dalle finestre delle loro celle. Sta vivendo delle cose orribili“, racconta, aggiungendo che suo figlio “era sconvolto, mi ha detto che hanno utilizzato una pistola elettrica e che poi li hanno messi dentro dei sacchi. Io ci giocavo sempre con quei cani quando andavo a trovare Filippo e non erano aggressivi”. Secondo quanto racconta, l’avvocato di Mosca ha fatto presente ai giudici delle condizioni del carcere, “ma se ne sono altamente fregati“. La scorsa settimana i giudici romeni hanno respinto la richiesta degli arresti domiciliari per Filippo Mosca. Notizia questa che Filippo ha “preso molto male”, come racconta la mamma del 29enne. “L’ennesimo rigetto e dagli stessi giudici che sono chiamati ad emettere sentenza in appello“, continua. Ornella è molto preoccupata per suo figlio perché “lui non nutre più alcuna speranza che le cose possano cambiare e che qualcuno abbia la volontà di intervenire. È costantemente depresso e non vede l’ora che tutto questo finisca”.

Il 29enne il mese scorso è stato aggredito da un detenuto “che ha cercato di accoltellarlo e gli ha versato una pentola di acqua bollente addosso” ma dopo l’aggressione subita “hanno fatto rapporto a lui che non potrà ricevere visite senza il vetro divisore per un mese almeno e all’uomo che ha tentato di ucciderlo non hanno fatto nessun rapporto“, spiega ancora la mamma di Filippo. Filippo da poco non divide più la cella di 30 metri quadri con 24 persone. Dopo l’aggressione “sta in una stanza più piccola che divide con altri 5 detenuti, italiani ed inglesi, in isolamento rispetto ai detenuti rumeni per proteggerlo” ma – racconta ancora Marraxa – “vive sempre in “condizioni igieniche terribili, le docce sono degli stanzoni dove escono tubi di acqua. Vengono fatti entrare tutti in fila. I bagni sono non sufficenti, sono dei bagni alla turca e sono costretti a pulirli con il bagnoschiuma che comprano allo spaccio, di sicuro non hanno sapone“, racconta Ornella.