Carceri, oltre 600 agenti aggrediti in quattro mesi

Lo riferisce la UilPa, sindacato di polizia penitenziaria

Sempre più grave la situazione nelle carceri italiane. Secondo i dati censiti dall’Ufficio Attività Ispettiva e di Controllo del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, “nei soli ultimi quattro mesi dell’anno appena trascorso ben 614 sono state le aggressioni dei detenuti nei confronti di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria”. Così Fabio Pagani, Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria. “137 sono stati i poliziotti/e che hanno riportato oltre 8 giorni di prognosi e 44 coloro che si sono visti prescrivere periodi di guarigione maggiori di 20 giorni. Negli stessi mesi, 2.877 sono stati i casi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale nelle carceri. In media, si contano oltre 5 aggressioni e 24 casi di resistenza e ingiuria ogni singolo giorno. In particolare, si sono registrate 82 aggressioni in Lombardia, 75 in Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria, 72 in Sicilia, 71 nel Lazio-Abruzzo-Molise, 58 in Veneto-Trentino-Friuli, 53 in Campania, 52 in Emilia R.-Marche, 50 in Toscana-Umbria, 44 in Puglia-Basilicata, 40 in Calabria e 17 in Sardegna. Se si pensa che ciò si perpetra laddove pure attraverso l’esempio e la pratica della legalità si dovrebbe rieducare il reo, secondo il dettato costituzionale, appare evidente il paradosso di luoghi che non assolvono a nessuna della loro funzione e generano altri crimini oltre che degrado, sofferenza e morte”. 

“A pagare le spese di tutto ciò, oltre ai reclusi e agli operatori penitenziari che scontano le pene dell’inferno per la sola ‘colpa’ di essere al servizio dello Stato, sono la stessa collettività e l’intero Paese la cui civiltà, se va comparata con quella delle sue carceri, si ritrova a livelli davvero poco gratificanti. In altri termini, per le prigioni attuali si pone in dubbio lo stesso presupposto giuridico al loro mantenimento”, continua il Segretario della UILPA PP.