La zia: "Inasprire pene per femminicidi"

La Corte d’assise d’appello di Milano ha condannato all’ergastolo Davide Fontana, il bancario 44enne che l’11 gennaio 2022 uccise a Rescaldina Carol Maltesi, la 26enne con cui intratteneva una relazione, sferrandole 13 martellate e una coltellata mentre la donna era legata, imbavagliata con lo scotch e incappucciata, mentre i due filmavano un video a sfondo sessuale che lui stesso le aveva commissionato attraverso un finto profilo social – come faceva da mesi – per venderlo su Only Fans. La Corte, presieduta dalla giudice Ivana Caputo, ha riformato la sentenza di primo grado della Corte d’assise di Busto Arsizio che il 12 giugno 2023 lo aveva condannato a 30 anni per omicidio volontario aggravato, soppressione e occultamento di cadavere escludendo però le aggravanti della crudeltà, dei motivi abbietti e della premeditazione, evitandogli l’ergastolo. La Corte ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.

Il sostituto procuratore generale di Milano, Massimo Gaballo, aveva chiesto di condannare Davide Fontana all’ergastolo. La Procura generale di Milano ha chiesto alla Corte d’assise d’appello di Milano presieduta dalla giudice Ivana Caputo di riconoscere entrambe le aggravanti. 

La zia: “Inasprire sentenze per femminicidi”

“Hanno buttato fango sua mia nipote, hanno fatto il processo a lei e alla famiglia guardando solo il lavoro che faceva. Mia nipote prima di tutto era un essere umano, una mamma, una figlia. Oggi è un giorno di giustizia, per mia nipote, per mia sorella, per tutta la famiglia. Dobbiamo inasprire le sentenze per fermare i femminicidi, non si uccide per amore”. Così la zia di Carol Maltesi, Anna Milazzo. “Giustizia è fatta, non ce lo aspettavamo. Doveva pagare, nessuno ha diritto di togliere la vita in questa maniera. Non vedo l’ora di dirlo a mia sorella che è in ospedale, per questo non è qui” ha aggiunto la zia.

I legali della madre: “Figlio di Carol saprà che suo assassino è all’ergastolo”

Almeno il bambino, il giorno che sarà un uomo, potrà comunque sapere che chi ha ucciso sua madre ha avuto l’ergastolo, anche perché la cosa grave è che questo bambino conosceva l’omicida. Ciò che davvero ha dato fastidio, è che Fontana abbia fatto tante volte il nome del piccolo in aula, chiedendogli scusa, e questo non è ammissibile per strumentalizzare un’eventuale diminuzione della pena”. Lo dice Anna Maria Rago, legale della madre e del figlio di Carol Maltesi.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata