Più di mille poliziotti impegnati nell'esecuzione delle misure di custoria cautelare

L’ombra dello scambio politico-mafioso sulle Comunali del 2019 a Bari. Sono più di mille, tra donne e uomini della Polizia di Stato, gli operatori impegnati, dalle prime luci dell’alba, a Bari e nell’area metropolitana del capoluogo, per dare esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, e a ingenti sequestri di natura patrimoniale, nei confronti di 137 indagati per associazione mafiosa, estorsioni, porto e detenzioni di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive.

Maria Carmen Lorusso e Giacomo Olivieri da Facebook

 Nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Bari, sfociata oggi nel blitz eseguito dalla polizia di Stato, viene contestata anche l’ingerenza elettorale politico – mafiosa, in particolare delle consorterie criminali “Parisi/Palermiti” e “Strisciuglio“. Le indagini hanno riguardato le consultazioni amministrative per l’elezione del sindaco di Bari del 26 maggio 2019, in cui – secondo l’accusa – “sono stati catalizzati numerosi voti per l’elezione, poi avvenuta, di un consigliere”. Il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di un complesso immobiliare nei confronti di uno degli arrestati, ex consigliere regionale destinatario della misura cautelare in carcere, Giacomo Olivieri, e di sua moglie, attualmente consigliere comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, e destinataria della misura degli arresti domiciliari, assieme al padre Vito Lorusso, medico oncologo.

Dda Bari: “Oncologo si accordava con fratello capo clan Parisi”

 “Vito Lorusso, padre della candidata” al consiglio comunale di Bari “Maria Carmen Lorusso, e all’epoca oncologo presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Bari, al fine di ottenere voto per la figlia si accordava, tanto da doverlo ringraziare per il successo elettorale, con Massimo Parisi, nella consapevolezza che si trattasse del fratello del capo clan Savino Parisi”. È quanto contesta la Dda di Bari nei confronti del medico Vito Lorusso, padre della consigliera comunale Maria Carmen Lorusso, finita ai domiciliari, eletta nella civica ‘Di Rella sindaco’ alle amministrative del 26 maggio 2019 a Bari e poi passata nella maggioranza di centrosinistra. Secondo l’accusa, il medico avrebbe offerto “in cambio il proprio interessamento per Gaetano Bellomo, malato oncologico poi deceduto, figlio di Isabella Parisi e nipote del capo clan Savino Parisi”.  

Il medico era stato arrestato lo scorso 12 luglio, in flagranza di reato, con le accuse di concussione e peculato ai danni di 17 pazienti, e poi licenziato dall’istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari. Per il marito della consigliera comunale, candidata in una lista civica, Giacomo Olivieri, è stato disposto il carcere.

Procuratore Bari: “Inchiesta a tutela vita democratica”

“È una operazione significativa perché a tutela della vita democratica del Paese: un Paese è libero, se è libero è il voto e sei i cittadini possono esprimersi senza avere timori”. Lo ha detto il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, nella conferenza stampa a margine dell’esecuzione di 137 misure cautelari nell’inchiesta della Dda barese. “Uno dei nostri obiettivi è il recupero del profitto illecito e la individuazione dei fenomeni di connessione tra criminalità organizzata e mondo sociale”m ha aggiunto. “La criminalità è pericolosa non solo perché spaccia e spara, ma perché l’uso della violenza influenza la vita sociale e su questo la Procura, nel rispetto delle norme e dei diritti dei cittadini, è un presidio a tutela libertà”, ha detto ancora per poi precisare che “l’inquinamento nel voto è un fenomeno circoscritto e “non generalizzato”.”Bisogna riconoscere che l’attività dell’amministrazione e degli enti locali è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità. Questo fenomeno, che è marginale, non incide sulla attività dell’amministrazione, però c’è”. 

Alterati esiti 2 incontri calcio Promozione ed Eccellenza

Dall’inchiesta è emersa anche l‘alterazione dei risultati di due partite di calcio dei campionati di Promozione ed Eccellenza. “Ingerenza del sodalizio in diversi settori della vita sociale, amministrativa ed imprenditoriale del territorio, comprese pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di Promozione e di Eccellenza, nelle stagioni 2017/2018”. L’operazione di polizia giudiziaria, che rappresenta l’epilogo di investigazioni dal 2016 a oggi, è stata condotta attraverso intercettazioni, sia telefoniche che telematiche che in una occasione ha consentito di sventare un progetto di omicidio ed ambientale, servizi di pedinamento ed osservazione, perquisizioni, sequestri di armi (30 armi da fuoco tra pistole e mitragliatrici, 3 silenziatori ed oltre 700 cartucce di vario calibro), stupefacenti, somme di denaro con arresti in flagranza di reato. Il tutto “corroborato e riscontrato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, nel contesto temporale della guerra di mafia a Japigia che ha prodotto tre omicidi nel 2017”.

137 misure cautelari, colpito il clan Parisi-Palermiti

La Polizia di Stato ha eseguito due distinte ordinanze applicative di 137 misure cautelari, riguardanti appartenenti o contigui all’organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti, indagati a vario titolo, del reato di cui all’articolo 416 bis del Codice penale nonché di estorsioni, porto e detenzione di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, estorsione commessa nell’ambito di competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. L’indagine, chiamata ‘Codice interno’ ha documentato l’operatività e pericolosità dell’organizzazione mafiosa ed ha consentito anche di registrare la celebrazione di cerimonie di affiliazione secondo il rituale di origine ‘ndranghetista, la consumazione di estorsioni, la ingente disponibilità di armi pronte all’uso, ma anche l’ingerenza del sodalizio in diversi settori della vita sociale, amministrativa ed imprenditoriale del territorio, comprese pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive.

In corso sequestro beni 20 mln per 16 indagati

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Bari, sono in corso di esecuzione sequestri d’urgenza di beni e patrimoni riconducibili alle attività contestate o costituenti patrimoni di ingiustificata provenienza, sproporzionati rispetto alle reali capacità reddituali, nei confronti di 16 indagati, per un ammontare di circa venti milioni di euro. Il provvedimento riguarda diversi immobili, tra appartamenti e capannoni industriali, quote di società commerciali, industriali e di servizi, conti correnti bancari e postali, autovetture e beni di lusso.

Fra arrestati a Bari Tommy Parisi, cantante neomelodico figlio boss

 Tra i 130 indagati nell’inchiesta della Dda di Bari, sfociata questa mattina nel blitz eseguito dalla Polizia di Stato, figura anche il cantante neomelodico barese Tommy Parisi, figlio di Savinuccio Parisi, ritenuto figura di primo piano nel rione Japigia del capoluogo pugliese. Le ordinanze di custodia cautelare, tra carcere e domiciliari, firmate dal gip del tribunale barese sono state eseguite da più di mille agenti tra Bari e l’area metropolitana.

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