Il magistrato: "Paese è libero se cittadini possono votare senza timori"
Il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, in conferenza stampa a margine dell’esecuzione di 137 misure cautelari nell’inchiesta della Dda barese in cui è stata contestata anche l’ingerenza politico elettorale di alcuni clan ritenuti di stampo mafioso, sottolinea l’importanza dell’inchiesta. “È una operazione significativa perché a tutela della vita democratica del Paese: un Paese è libero, se è libero è il voto e se i cittadini possono esprimersi senza avere timori”, afferma il magistrato.
“La criminalità è pericolosa non solo perché spaccia e spara, ma perché l’uso della violenza influenza la vita sociale e su questo la Procura, nel rispetto delle norme e dei diritti dei cittadini, è un presidio a tutela libertà”, ha detto ancora per poi precisare che “l’inquinamento nel voto è un fenomeno circoscritto e “non generalizzato”, prosegue Rossi che poi rimarca: “Bisogna riconoscere che l’attività dell’amministrazione e degli enti locali è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità. Questo fenomeno, che è marginale, non incide sulla attività dell’amministrazione, però c’è”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro dell’interno, Matteo Piantedosi. “Oggi è stato fatto segnare un altro importante risultato nell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali”, le parole del titolare del Viminale.
“I risultati conseguiti ogni giorno su questo fronte sono la riprova di un impegno corale nella lotta alle mafie e testimoniano la professionalità e le capacità delle Forze dell’ordine, che ringrazio per il loro impegno sul territorio, impegno grazie al quale è possibile garantire a tutti i cittadini, nei contesti più diversi, sicurezza e legalità”, ha proseguito Piantedosi evidenziando come “questi interventi forniscano risposte concrete alle comunità locali e rafforzino la presenza dello Stato in contesti difficili”.
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