L'avvocato Valentina Alberta: "Violata la parità delle parti"
Il processo ad Alessia Pifferi ha subito “alterazioni” a partire “dall’utilizzo dello strumento d’indagine che rischia di avere valenza intimidatoria nei confronti di difensore, personale sanitario, consulenti e periti” e dalla “fuga di notizie” per cui l’avvocatessa della 38enne ha “appreso del procedimento dai giornali ancora prima della formale notifica”. Lo scrive il Consiglio direttivo della Camera penale di Milano in una lunga nota relativa alle motivazioni che hanno spinto i penalisti milanesi a proclamare per oggi una giornata di astensione dalle udienze, proprio nella data in cui si discuteva la perizia psichiatrica a carico della donna a processo per omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana. Il pm del processo, Francesco De Tommasi, ha indagato alcune delle psicologhe in carcere di Pifferi e la sua legale, Alessia Pontenani. Secondo la Camera penale presieduta dall’avvocato Valentina Alberta c’è stata “violazione della parità delle parti nel processo” e il diritto di difesa ha subito “improprie ingerenze, soprattutto nel momento dell’assunzione della prova”.
Questa mattina nell’aula della Corte di Assise d’Appello di Milano si è tenuta un’assemblea indetta dai legali penalisti e sono intervenuti anche alcuni dei capi degli uffici giudiziari del distretto, esponenti della magistratura e dell’Anm di Milano. La Procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha già fatto sapere che eserciterà i propri poteri di “vigilanza” e il Procuratore di Milano, Marcello Viola, “ha manifestato ampia disponibilità ai fini della soluzione dei problemi concreti“. Gli avvocati ritengono tuttavia di “insistere nelle nostre richieste, chiedendo una presa di posizione chiara sui fatti“. Vogliono un confronto “non solo su un caso di particolare gravità” ma “l’occasione per sottolineare tutti quei casi di disparità e talvolta svilimento della funzione difensiva che gli avvocati penalisti vivono quotidianamente e che non possiamo più tollerare”.
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