Il pm in Corte d'assise a Milano: "Sono coinvolte altre psicologhe del carcere" 

 Alessia Pifferi sarebbe “quasi apatica, con un distacco totale, mi è parso che questa fosse una sorta di maschera emotiva, una schermatura emotiva”. Lo ha detto lo psichiatra forense Elvezio Pirfo che sta illustrando alla Corte d’assise di Milano la perizia psichiatrica condotta sulla 38enne accusata di omcidio volontario pluriaggravato della figlia Diana di 18 mesi, abbandonata in casa a Milano il 14 luglio 2022 e trovata morta di stenti sei giorni dopo.

Nel corso dei tre colloqui clinici condotti dal perito della corte e la sua testista, dottoressa Chiara Bele, Pifferi avrebbe mostrato un “eloquio sempre fluido” e senza “inciampi” sebbene “rallentata” e mostrando “costantemente la necessità di sottolineare la sua difficoltà mentale e i suoi problemi psicologici” in un’ottica “deresponsabilizzante”. Lo psichiatra ha depositato nei giorni scorsi la perizia in cui si legge che la donna è “capace di partecipare coscientemente al processo” e “al momento dei fatti era capace di intendere e di volere”.

Sta esponendo i contenuti del lavoro psicologico svolto a partire dal 6 dicembre alla Corte popolare presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, al pm Francesco De Tommasi, all’avvocata di Pifferi, Alessia Pontenani, e alla parte civile madre e sorella della donna rappresentate dall’avvocato Emanuele De Mitri. La difesa della 38enne ha anticipato una richiesta di rinvio per poter studiare i “60 gigabyte” di materiale depositato e poter controesaminare Pirfo e la sua collaboratrice. 

Pm: “Ho le prove che è stata imbeccata in carcere” 

Il pubblico ministero del processo ad Alessia Pifferi, Francesco De Tommasi, ha chiesto di “chiudere oggi il processo” rigettando le richiesta della difesa di controinterrogare il perito psichiatrico Elvezio Pirfo perché in caso contrario “vi dimostrerò nero su bianco la prova che l’imputata ha reso nei colloqui in carcere che ha tenuto delle dichiarazioni che sono state precostituite e imbeccate da altri“.

“Vi fornirò la prova che il presunto abuso sessuale” di cui Pifferi ha parlato ai consulenti della Corte d’assise di Milano e che avrebbe subito “quando era minore” è “assolutamente falso” e che l’intero suo “racconto è frutto di un suggerimento ben preciso dato all’imputatata”.

Pm: “Sono coinvolte altre psicologhe del carcere”

Altre psicologhe delle carceri milanesi sarebbero coinvolte nell’inchiesta per falso e favoreggiamento del pm di Milano, Francesco De Tommasi, che ha messo sotto indagine due professioniste di San Vittore che si sono occupate di Alessia Pifferi e l’avvocatessa della 38enne imputata per l’omicidio della figlia. Lo ha detto lo stesso pm nell’aula della Corte d’assise di Milano dove si è celebrata l’udienza per discutere della perizia psichiatrica redatta dal professor Elvezio Pirfo che ha accertato la “capacità di intendere e di volere” della donna.

Per il pm la richiesta della difesa di un rinvio – accolta dalla corte – per studiare gli allegati della perizia sarebbe “dilatoria e pretestuosa” se “la finalità è quella di introdurre nel processo ulteriori argomenti e documenti per sviscerare, analizzare, sezionare la mente dell’imputata”. Ha annunciato che poterà le “prove” del fatto che Pifferi è stata “imbeccata” in carcere e altre che dimostrano come la relazione clinica che attestava un suo presunto ritardo mentale “solo apparentemente è stata sottoscritta dalle due psicologhe” ma ce ne sono altre che non compaiono e addirittura non erano “in servizio”. Si tornerà in aula il 15 marzo quando l’avvocata Alessia Pontenani, legale di Pifferi, potrà contro-esaminare il professor Pirfo. Il presidente della Corte d’assise, Ilio Mannucci Pacini, ha già fissato altre tre udienze ulteriori, se necessarie a completare il dibattimento: 12 aprile, 13 maggio e 10 giugno. 

La legale: “Perizia fa specie, approfondiremo”

“Leggere la perizia fa un po’ specie perché per 120 pagine si parla di problemi, la relazione psicodiagnostica poi non ne parliamo, infatti il perito oggi ha detto che non ne possiamo tenere tanto conto, perché delinea un quadro tragico di questa donna. Nelle ultime pagine poi incredibilmente la signora Pifferi diventa incredibilmente cosciente sana e consapevole”. Così la legale di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, rispondendo ai cronisti che le chiedevano se il contesto di scontro con la procura e le accuse alle psicologhe del carcere di San Vittore avessero in qualche modo potuto inquinato la perizia del dottor Pirfo. “Approfondiremo”, ha concluso Pontenani. 

La madre: “Ho perso una nipote e una figlia”

Ho perso una figlia e una nipote, vedete voi cosa posso pensare”. Così la madre di Alessia Pifferi, Maria Assandri, uscendo dall’aula al termine dell’udienza. Stamani in corte d’assise di Milano, si è svolta una nuova udienza durante la quale sono state esposte la perizia psichiatrica condotta sulla 38enne accusata di omcidio volontario pluriaggravato della figlia Diana di 18 mesi, abbandonata in casa a Milano il 14 luglio 2022 e trovata morta di stenti sei giorni dopo. Il pm Francesco D Tommasi, ha chiesto di “chiudere oggi il processo” rigettando le richiesta della difesa di controinterrogare il perito psichiatrico Elvezio Pirfo. 

La legale: “Vuole che tutta Italia sappia che non voleva uccidere Diana”

“Ripete sempre la stessa cosa ovvero ‘voglio che tutta Italia sappia che non volevo uccidere mia figlia. Così la legale di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani al termine dell’udienza. L’avvocato ha spiegato ai giornalisti che la sua assistita oggi avrebbe voluto fare una dichiarazione alla stampa, ma che non le è stato permesso, per questo si riserverà di fare dichiarazioni spontanee prima della sentenza. “Quando le ho comunicato della perizia ha pianto, perché non vuole che la gente possa descriverla come un mostro. Lei ha abbandonato la figlia ma non voleva ucciderla e che quindi l’ha fatto inconsapevolmente”, ha concluso l’avvocato. 

Caso Pifferi, Camera penale: “Processo alterato da intimidazioni e fuga notizie”

Il processo ad Alessia Pifferi ha subito “alterazioni” a partire “dall’utilizzo dello strumento d’indagine che rischia di avere valenza intimidatoria nei confronti di difensore, personale sanitario, consulenti e periti” e dalla “fuga di notizie” per cui l’avvocatessa della 38enne ha “appreso del procedimento dai giornali ancora prima della formale notifica”. Lo scrive il Consiglio direttivo della Camera penale di Milano in una lunga nota relativa alle motivazioni che hanno spinto i penalisti milanesi a proclamare per oggi una giornata di astensione dalle udienze, proprio nella data in cui si discuteva la perizia psichiatrica a carico della donna a processo per omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana. Il pm del processo, Francesco De Tommasi, ha indagato alcune delle psicologhe in carcere di Pifferi e la sua legale, Alessia Pontenani. Secondo la Camera penale presieduta dall’avvocato Valentina Alberta c’è stata “violazione della parità delle parti nel processo” e il diritto di difesa ha subito “improprie ingerenze, soprattutto nel momento dell’assunzione della prova”.

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