La nota firmata dal procuratore capo Andrea Boni spiega che non sono state chieste misure cautelari "non ravvisandone i presupposti"

La procura di Siena, in una nota firmata dal procuratore capo Andrea Boni, respinge le accuse di inerzia in merito alle indagini sulla presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una schermitrice 17enne che si sarebbe consumata nella notte tra il 4 e 5 agosto scorsi a Chianciano (Siena) spiegando che non c’è stata richiesta di misure cautelari “non ravvisandone i presupposti”, ed è stata una decisione di cui “se ne assume ogni responsabilità” e per la quale “è pronta a dare ogni e qualsiasi spiegazione nelle sedi opportune”. La Procura fa sapere di aver ricevuto la notizia di reato nel tardo pomeriggio del 5 agosto e di aver dato le prime disposizioni per le indagini nella stessa serata, e “respinge fermamente le accuse di inerzia pubblicamente mosse ed in particolare di inosservanza delle norme sul codice rosso“.

Le indagini e gli accertamenti

Nella nota, la Procura elenca l’attività investigativa e gli accertamenti svolti a partire dal “tardo pomeriggio” del 5 agosto quando i carabinieri di Chianciano, per primi, avvisano il pm di turno sulla presunta violenza subita da una minore durante un ritiro di scherma. “Analoga comunicazione, attinente allo stesso fatto, veniva inoltrata dalla Squadra mobile di Roma che provvedeva tempestivamente, in coordinamento con il predetto magistrato” a sentire “a sommarie informazioni testimoniali una persona e ad acquisire la documentazione medica presso la struttura sanitaria dove si era recata la minore”.

Sentiti otto testimoni

“Nella medesima serata del 5 agosto 2023, venivano sottoposti a sequestro due telefoni cellulari, in uso agli indagati”, informa ancora la nota, “e venivano sentiti otto testi, sei italiani e due tedeschi“, mentre “la stessa polizia giudiziaria provvedeva a verificare l’eventuale esistenza di telecamere di videosorveglianza ed estrapolava immagini utili alle indagini provenienti dal sistema di sicurezza pubblico”.

Il 9 agosto sentita la persona offesa

Le notizie di reato provenienti dalla pg venivano depositate il 7 agosto, giorno in cui il pm provvedeva alla “tempestiva iscrizione del fascicolo ipotizzando, a carico di due soggetti maggiorenni, l’ipotesi di reato” di violenza sessuale di gruppo aggravata. Sempre il 7 agosto, il magistrato delegava la Squadra mobile di Roma a sentire “la presunta persona offesa entro il termine di 3 giorni, così come previsto dalla legge”, e la ragazza venne poi sentita il 9 agosto “con l’ausilio di un interprete e di un’esperta in psicologia; l’atto veniva integralmente videoregistrato”. e “il 10 agosto veniva poi sequestrato il cellulare in uso alla presunta persona offesa“.

“Profili di complessità”

Il 14 agosto il pubblico ministero emanava con urgenza una delega di indagine alla sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica “al fine di ricostruire la vicenda che sin dall’inizio presentava indubbi profili di complessità come spesso accade per fatti analoghi in cui, al fine di accertare il reale accadimento dei fatti, devono compiersi plurimi ed esaustivi accertamenti“.

La prosecuzione delle indagini

Il 14 settembre il magistrato titolare del procedimento, spiega sempre il comunicato della Procura di Siena, disponeva ulteriori indagini, delegando per l’esecuzione la Squadra Mobile di Roma al fine di ascoltare il personale medico che aveva prestato le prime cure alla minorenne. Il 30 novembre la Squadra Mobile di Roma depositava l’esito delle indagini. Il 1 dicembre il consulente tecnico nominato dalla Procura depositava la copia forense dei cellulari sequestrati; il 4 dicembre la sezione di polizia giudiziaria depositava l’esito delle indagini nel corso delle quali erano state ascoltate 13 persone informate sui fatti, di cui 2 di nazionalità straniera che, “al fine di prontamente riferire al magistrato delegante, venivano escusse a Bologna, al momento in cui rientravano in Italia per uno stage di allenamento; nella stessa missiva veniva rappresentato che le indagini non ancora del tutto concluse stante l’impossibilità di escutere a sommarie informazioni un teste che si trovava negli Stati Uniti per la frequenza di un corso di studi universitari e che avrebbe fatto rientro in Italia per le vacanze natalizie; si precisava inoltre che occorreva completare l’analisi della copia forense dei cellulari”.

Richiesta di incidente probatorio

La persona da ascoltare a sommarie informazioni faceva rientro in Italia “solo in data 15 dicembre 2023 e veniva escussa in data 19 dicembre 2023″. Il 20 febbraio scorso è stata depositata l’annotazione conclusiva dell’indagine da parte della sezione di polizia giudiziaria e il 27 febbraio il pubblico ministero ha presentato richiesta di incidente probatorio “diretta all’assunzione delle testimonianza della persona offesa ed all’espletamento di doverosa perizia volta ad accertare la capacità a testimoniare, con successiva notifica agli indagati ed ai loro difensori e deposito di tutti gli atti”. La richiesta è ora al vaglio del Gip del Tribunale di Siena.

“Plurimi contatti con la Fis”

Nel corso delle indagini preliminari il pubblico ministero “ha avuto plurimi contati con la Federazione Italiana Scherma alla quale è stata rappresentata più volte l’impossibilità di comunicazioni formali in pendenza di indagini preliminari. Analoga impossibilità di comunicazione, ni considerazione dell’esistenza del segreto istruttorio, è stata rappresentata per iscritto alla Procura Generale dello Sport del Coni. Merita precisare come, ovviamente, spetta al predetto organo federale ogni e qualsiasi competenza ni ordine all’eventuale sospensione di attività sportiva di atleti e tesserati”.

“Nessun presupposto per misure cautelari”

La Procura della Repubblica, nel corso di tutte le indagini sino ad ora effettuate, viene evidenziato infine nella nota, “ha valutato di non procedere con richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti degli indagati non ravvisandone i presupposti, decisione della quale se ne assume ogni responsabilità e in relazione ala quale è pronta a dare ogni e qualsiasi spiegazione nelle opportune sedi. Merita precisare che nel caso di specie, per li particolare titolo di reato iscritto, li termine di durata per le indagini preliminari è di 18 mesi con decorrenza dal 7.08.2023″. 

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