La pittura lavabile non aveva provocato conseguenze permanenti ma i danni furono quantificati in 40mila euro

Il giudice monocratico della sesta sezione penale del tribunale di piazzale Clodio ha condannato i tre attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione che il 2 gennaio del 2022 imbrattarono con la vernice rosa, spruzzata da tre estintori, la facciata di palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. Il pubblico ministero aveva chiesto per Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, accusati di danneggiamenti, la condanna a un anno di reclusione. L’avvocato legale rappresentante dell’avvocatura dello Stato, nel corso della sua requisitoria aveva chiesto la condanna dei responsabili associandosi alle richieste della Procura di Roma e sollecitando anche il pagamento di una provvisionale di 100 mila euro, immediatamente esecutiva. Il legale di parte civile del Comune di Roma Capitale ha sollecitato anche il riconoscimento del danno d’immagine alla Città di Roma. I danni che causò il blitz, secondo i periti, vennero quantificati intorno ai 40mila euro. L’avvocato difensore, durante il suo intervento, ha spiegato e sottolineato che l’unico scopo del gesto messo in atto dai suoi assistiti è stato essenzialmente di natura ideologica ed ha evidenziato che il materiale utilizzato per l’imbrattamento, in questo caso la pittura lavabile, non ha danneggiato in maniera permanente il palazzo. Inoltre ha fatto notare al giudice che i costi sostenuti per la rimozione della vernice e per la ripulitura non hanno superato il 1.400 euro. 

“Noi abbiamo scelto di essere qui, abbiamo compiuto quel gesto sapendo a cosa andavamo incontro. Non possiamo accettare che migliaia di persone muoiano ogni anno per le ondate di calore in Italia. Noi siamo in un’emergenza globale che sta peggiorando sempre di più rispetto alla soglia critica dell’innalzamento delle temperature. Il Clima peggiorerà sempre di più portando anche un collasso sociale. Siamo tre imputati, ma rappresentiamo tutti quelli che che combattono contro qualcosa che ci fa del male. Abbiamo posto in essere sempre le nostre azioni in maniera pacifica. Sono anni che lottiamo portando richieste allo Stato, ma non siamo mai stati ascoltati. Il nostro è stato un gesto simbolico. La nostra a Italia è già devastata dalla crisi climatica, dalle alluvioni alla siccità” ha detto in aula nel corso delle dichiarazioni spontanee Davide Nensi, uno dei tre imputati. 

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