Le autorità ungheresi chiedono la consegna del 23enne imputato di lesioni aggravate insieme alla maestra milanese

Oltre a Ilaria Salis anche Gabriele Marchesi deve stare in carcere in Ungheria. Così, secondo quanto si apprende, ha risposto Budapest – tramite il ministero della Giustizia ed Eurojust – alla Corte d’appello di Milano sulla disponibilità dell’Ungheria a far scontare al 23enne i domiciliari in Italia in attesa del suo processo in Ungheria. Marchesi è coindagato insieme a Ilaria Salis per lo stesso caso di lesioni aggravate commesse il 10 febbraio 2023 su due hammerskin in occasione delle manifestazioni neonaziste del ‘Giorno dell’Onore’, per le quali la maestra 39enne si trova in carcere a Budapest da più di un anno. I giudici della quinta penale della Corte d’appello di Milano chiedevano di sapere se l’Ungheria era disponibile a riconoscere l’efficacia della direttiva quadro 829/2009 del Consiglio Ue sul reciproco riconoscimento di misure cautelari fra Paesi membri.

“Rischio di fuga e di clandestinità”

Dalle frasi che trapelano sulla risposta, la Procura di Budapest avrebbe fatto sapere che il 23enne, ai domiciliari da novembre a Milano in esecuzione di un mandato d’arresto europeo, rischia una ‘pena tra i 2 e 24 anni’ che ‘costituisce di per sé il rischio di fuga e di clandestinità per un autore che non ha legami con l’Ungheria’. Dal 23enne ‘non ci si può aspettare osservanza spontanea delle norme che sarebbe condizione fondamentale per l’applicazione di una misura coercitiva meno severa dell’arresto’ e ‘solo con la sua consegna – prosegue la risposta – sarebbe possibile garantire che sia a disposizione delle autorità ungheresi e che sia presente in particolare agli atti procedurali’ del processo che lo vede coimputato di Salis. Per le autorità magiare Marchesi è ‘persona ricercata’ che è ‘partita per un luogo sconosciuto dopo aver commesso il reato’ e la ‘sua effettiva dimora e mezzi di sussistenza nel suo Paese sono sconosciuti‘. I giudici della quinta penale della Corte d’appello di Milano dovranno decidere sulla consegna all’Ungheria del 23enne il prossimo 28 marzo, giorno in cui riparte anche il processo a Salis nel Paese dell’est Europa. 

“Salis e Marchesi membri organizzazione criminale”

Nelle due pagine di relazione inviate al Ministero della Giustizia italiano e quindi alla Corte d’appello di Milano dal pubblico ministero della Procura generale di Budapest, Zita Nagy, si legge anche che Ilaria Salis e Gabriele Marchesi farebbero parte di una “organizzazione criminale creata per commettere atti violenti”. L’Ungheria chiede quindi la “consegna” e “l’arresto” del 23enne milanese, da processare assieme alla 39enne già in carcere in Ungheria da oltre un anno, opponendosi al reciproco riconoscimento di misure cautelari e quindi alla possibilità per Marchesi di scontare i domiciliari in Italia in attesa di sentenza. Secondo gli inquirenti magiari Marchesi avrebbe “commesso tre volte il tentato reato di lesione personale potenzialmente letale” (un capo d’imputazione in più rispetto a quanto emerso da novembre a oggi) e lo avrebbe fatto “una volta come coautore” e “due volte come complice” di “un’organizzazione criminale”. L’organizzazione criminale non è meglio dettagliata nelle carte inviata in Italia ma, da quanto emerso in questi mesi, dovrebbe trattarsi della ‘HammerBand’ di Lipsia (‘Banda del martello’), associazione tedesca anarco-rivoluzionaria guidata dalla 28enne Lina Engel e dal compagno Johann Guntermann, che avrebbe scelto Budapest per “attaccare e assaltare militanti fascisti o di ideologia nazista” che si radunano ogni febbraio a commemorare la ‘resistenza’ delle SS contro i Sovietici durante la seconda guerra mondiale.

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