Il racconto di Chiara Tramontano in tribunale a Milano

Non pronuncia mai il nome di Alessandro Impagnatiello in aula. Ma descrive nel dettaglio le tappe della relazione tra Giulia Tramontano e quello che chiama “l’imputato”. “Vessazioni continue”, tradimenti bollati come “paranoie”, un “costante tornare sui propri passi, nascondere indizi. Giulia Tramontano che si sfoga con la sorella per il “compagno assente e imprevedibile”. E ancora: il sapore del cibo che era “assurdo”, l’acqua che “puzzava di candeggina”. In aula Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano, uccisa a Senago, in provincia di Milano, il 27 maggio 2023, dal compagno Alessandro Impagnatiello, descrive il rapporto che esisteva tra i due, una storia nella quale lei, più piccola di Giulia, era la voce critica. Impagnatiello in aula ascolta, senza alzare mai la testa.

È da una foto che aveva ricevuto dalla sorella che Chiara Tramontano viene a sapere della gravidanza. Insieme, le due sorelle, organizzano il modo in cui dirlo ai genitori. “Lavoravo al Cnr e mi occupavo dei rivestimenti antibatterici per i ciucci per bambini”. Uno di questi ciucci doveva diventare un pacco regalo da consegnare al padre, Franco Tramontano, per comunicargli che sarebbe diventato nonno. Quel pacchetto non è stato mai scartato: “Giulia comunicò che era incinta in una videochiamata, raccontando di aver scoperto di essere stata tradita”. Le prime ‘prove’ del tradimento, però, erano antecedenti. Giulia Tramontano lo aveva scoperto seguendo gli auricolari Airpods, collegati al tablet: c’erano della “tappe anomale”. Era ottobre del 2023. “So che non ero stata l’unica a cui Giulia aveva chiesto aiuto”, prosegue la sorella. La vittima, infatti, si era rivolta al fratello di Impagnatiello, per farsi accompagnare “in un posto che non conosceva”. “C’erano solo palazzi”, riferisce Chiara in aula. Ma Impagnatiello, al quale la fidanzata aveva chiesto spiegazioni, le dice che era per la pausa pranzo, che andava lì per “comprare un gioiello, un regalo per lei”. Prima di ammettere il tradimento. Giulia era “una donna fiera, aveva deciso che sarebbe potuta andare avanti anche da sola” nel crescere quel bimbo che aspettava.Il giorno dopo il delitto, Impagnatiello a lavoro “ha lo sguardo perso nel vuoto” ed è in silenzio, come raccontato in aula da un collega dell’Armani Hotel. Quella sera, l’altra ragazza di Impagnatiello viene accompagnata a casa dal collega che oggi ha deposto in aula e dalla fidanzata. “Poco distante da casa” della donna videro Impagnatiello “che attraversava la strada, guardando in direzione del tram che avrebbe dovuto prendere” la donna per fare rientro a casa. “Non l’ho vista entrare – ha affermato – ma le abbiamo detto: quando sei in casa, per qualsiasi motivo non aprire la porta”.

Quello stesso giorno, Chiara è a Boccadasse, in provincia di Genova, quando riceve i messaggi da una donna che non conosce. “Mi dice che è la fidanzata di Impagnatiello, che il giorno prima aveva contattato mia sorella per dirle che erano le fidanzate dello stesso uomo, che anche lei era rimasta incinta, ma che aveva abortito – prosegue – Mi crollò il mondo addosso, era una quantità di informazioni che non riuscivo a gestire. Mi chiese: ‘Pensi che tua sorella possa essersi suicidata? Te lo chiedo perché Alessandro mi ha detto che lei era bipolare, che aveva tentato più volte il suicidio e che le stava accanto per quello. Negai tutto”. Chiara chiede alla ragazza che le ha scritto di parlare con i carabinieri di Senago, e ammette che quella fu una delle poche volte in cui telefonò a Impagnatiello. “Gli dissi che sapevo dell’altra ragazza e gli chiesi incessantemente dove fosse mia sorella. L’imputato, al nome dell’altra donna, divenne furioso”. La voce di Chiara Tramontano resta ferma e decisa, si incrina quando racconta cosa è la vita oggi: “Lavoro-cimitero, lavoro-cimitero. Ci facciamo forza, siamo noi che dobbiamo accettare che lei non ci sarà, non ci saranno altre feste tutti insieme”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata