Il padre Roberto al Tg3: "Domiciliari in Ungheria sono un mezzo, il fine è il ritorno in Italia"

Si avvicina l’udienza prevista per giovedì a Budapest, in Ungheria, in cui i legali di Ilaria Salis, la maestra detenuta da più di un anno nel paese magiaro per presunte lesioni personali aggravate ai danni di due neonazisti, chiederanno per la loro assistita gli arresti domiciliari in Ungheria. Il padre Roberto ha parlato al Tg3 dicendo che la richiesta “è solo un mezzo, il fine sono i domiciliari in Italia. È una situazione kafkiana in cui un oppositore politico, per tre motivi fondamentali, è donna, non è ungherese ed è antifascista, si trova coinvolta in questa situazione inaccettabile“. Il padre crede anche che, all’udienza, la donna “sarà condotta ancora in catene. Gli ungheresi vorranno fare una dimostrazione di forza. Ci vorrebbero delle istituzioni italiane che hanno il polso per gestire la situazione”. Intanto, in una nuova lettera scritta dal carcere di Budapest e mostrata proprio dal Tg3, Salis afferma: “Sono dalla parte giusta della storia“. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata