Sono Massimo Gentile, Cosimo Leone e Leonardo Gulotta
Massimo Gentile, Cosimo Leone e Leonardo Gulotta. Sono le tre persone arrestate all’alba con l’accusa di essere tre fiancheggiatori ‘insospettabili’ che avrebbero aiutato il boss mafioso Matteo Messina Denaro negli ultimi anni della sua latitanza. Ecco chi sono e di cosa sono accusati.
Massimo Gentile, architetto del comune di Limbiate
Massimo Gentile, è un architetto di 51 anni, di origini siciliane, dal 2018 dipendente del comune di Limbiate in provincia di Monza-Brianza, dove svolge il ruolo di coordinatore dei procedimenti del comparto Lavori pubblici. Secondo i magistrati della Dda ha fornito la sua carta d’identità al latitante che prima di essere “Andrea Bonafede” utilizzava l’identità di “Massimo Gentile” dal 2007 al 2017. Con quel documento acquistò nel 2007 una moto Bmw e nel 2014 una Fiat 500. È accusato di far parte di ‘Cosa Nostra’.
Cosimo Leone, tecnico radiologo all’ospedale di Mazara del Vallo
Tra gli arrestati anche Cosimo Leone, tecnico radiologo dell’ospedale Ajello di Mazara del Vallo. Si fece cambiare il turno per sovrintendere alla prima tac dell’ultimo dei Corleonesi quando quest’ultimo scoprì di essere malato di cancro. Inoltre Leone avrebbe consegnato a Messina Denaro un telefono cellulare con una scheda telefonica riservata dopo averlo ricevuto da Andrea Bonafede. Era insomma un punto di riferimento per il percorso terapeutico del latitante. È accusato di far parte di ‘Cosa Nostra’.
Leonardo Gulotta, fornì un’utenza telefonica al boss
Leonardo Salvatore Gulotta avrebbe assicurato a Messina Denaro dal 2007 al 2017 la disponibilità di un’utenza telefonica necessaria per la gestione dei mezzi di trasporto in uso al fu latitante. È accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
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