La Settimana Santa nella regione del Centro Italia
Religione e tradizione si fondono nel rito del venerdì santo di Campobasso con il coro del Teco Vorrei, quando le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata sfilano nelle strade del capoluogo e circa 700 cantori, uomini e donne, intonano il canto scritto nel 1890 da Michele De Nigris sul testo non sacro di Metastasio. Il cuore pulsante della processione, che risale al 1626, con il patto di concordia tra Crociati e Trinitari, è la chiesa di Santa Maria della Croce, dove vengono conservati i simboli del rituale: il Calvario con il gallo, la borsa dei 30 denari di Giuda, la lancia che ha trafitto il torace di Gesù.
Un secolo fa il Teco Vorrei veniva cantato in chiesa da un gruppo corale di soli uomini, poi il maestro musicista Lino Tabasso convinse le autorità ecclesiastiche della indispensabilità di una partecipazione femminile, riscrisse per banda la partitura originale e abbassò la tonalità di un tono e mezzo in modo da rendere il canto accessibile a tutti, portando i cantori all’esterno dell’edificio di culto. Oggi il colpo d’occhio è impressionante: fiume umano nero che vibra lungo le strade e nei vicoli della zona vecchia, e anche un trampolino di lancio per il turismo con decine di migliaia di presenze.
Rientra nella tradizione anche il “giro dei sepolcri” del giovedì santo: i 13 apostoli escono dal convento di San Giovanni in abiti orientali e sandali, fila indiana e testa reclinata, per visitare le chiese, selezionate rigorosamente in numero dispari. Gli altari vengono bardati con fiori, spighe, candele, tessuti preziosi, pane e foglie, mentre i commercianti di Campobasso fanno a gara per addobbare le vetrine. Il Comune di Campobasso ha avviato, dopo la pandemia, un corso a premi sulla vetrina pasquale più bella.
Uno dei più suggestivi riti della Settimana Santa in Molise è la processione degli Incappucciati e del Cristo Morto di Isernia, alla quale partecipano uomini e donne che indossano tunica bianca, cordone rosso alla vita e cappuccio per non essere riconosciuti. I penitenti camminano scalzi e le varie Confraternite della città, ognuna vestita con un colore diverso, prendono parte alla sacra rappresentazione.
Storica la ‘Passione’ che si celebra a Venafro (Isernia) nel Parco regionale dell’olivo: un evento dalle caratteristiche scenografiche uniche, rappresentato sin dal 1967, che si sviluppa attraverso quadri scenici di grande effetto accompagnati da una voce narrante e da una coinvolgente colonna sonora nel teatro naturale di alberi di olivo secolari.A Santa Croce di Magliano, in provincia di Campobasso, una tradizione ad alto impatto coreografico legata al culto della Quarantana, con l’esposizione nelle strade, tra cielo e terra, di tantissime bambole volanti, pupatte quaresimali: fantocci di stoffa dall’aspetto di vecchie signore, un tempo vestite di nero in segno di lutto e penitenza, oggi più colorate, appese ad un filo annodato all’esterno delle abitazioni a partire dal mercoledì delle Ceneri e fino a Pasqua. In molte case molisane, e a Santa Croce in particolare, sono conservate all’interno in segno di protezione.
Passando al dopo Pasqua, l’usanza più singolare è il pic-nic di Termoli, cittadina costiera della provincia di Campobasso, dove la Pasquetta si festeggia in realtà il giorno successivo a quello deputato, quindi il martedì in Albis. L’usanza ricorda il pellegrinaggio nella chiesa di Santa Maria SS. Della Vittoria in Valentino, chiamata ‘Madonna a lungo’ perché lungo era il percorso per raggiungerla dal borgo, a piedi o su carretti.
Si ricorda quanto avvenne nell’anno 1566, quando Pialì Pascià, comandante dell’armata di mare del Sultano Solimano, sbarcò a Termoli seminando distruzione e morte e la popolazione abbandonò la cittadina per rifugiarsi nelle campagne. Migliaia di persone andarono in questa chiesetta, che all’epoca faceva parte di un complesso monastico, per rifocillarsi prima di tornare a combattere. Oggi sono soprattutto famiglie e ragazzi che affollano i prati attorno al santuario per il pranzo a sacco e giochi all’aria aperta.
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