Si presentava come intermediario per vendere appartamenti, presentando falsa documentazione

Ha patteggiato 3 anni e 6 mesi di pena Mario Frigerio, il custode della ‘Casa della Fontana’ a Milano, stabile di pregio via Vittorio Veneto, per una serie di truffe organizzate ai danni dei condomini, convinti ad acquistare appartamenti e box di altre persone residenti nello stesso edificio o in via Panfilo Castaldi, presentandosi come intermediario immobiliare a nome dei proprietari. La sentenza di patteggiamento è stata emessa oggi dal giudice della seconda sezione penale del tribunale di Milano, Lorenzo Lentini, accogliendo la proposta della difesa del 60enne recluso in carcere, avvocato Roberta Ligotti. L’uomo, allontanato dal posto di lavoro e resosi irreperibile, è stato arrestato e sottoposto a custodia cautelare in carcere lo scorso ottobre in esecuzione di un’ordinanza del gip Guido Salvini. Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Eugenio Fusco, e condotta dalla pm Maura Ripamonti, Frigerio si presentava come intermediario immobiliare con delega dei proprietari a trattare la vendita per conto loro presentando documentazione falsa e facendosi versare su un conto caparre da decine di migliaia di euro o acconti a titolo di contratto preliminare.

Da 10 anni impiegato come custode e con alle spalle una vita ‘avventurosa’ e una partecipazione al Costanzo Show, appellato come il ‘portiere dalle 7 vite’, il 60enne era accusato di 14 episodi di truffa aggravata dalla minorata difesa delle vittime che di lui si sarebbero fidate ciecamente e di altri due episodi di violazione di domicilio per essere entrato negli appartamenti, avendo regolarmente copia delle chiavi, per mostrarle ai potenziali acquirenti. Nell’organizzazione dei raggiri il portinaio si è inventato personaggi di fantasia come tale ‘avvocato Marc Gandolfi’ o l’inesistente studio legale di Roma dell’avvocato Carlo Cesare Cairo, che trattavano la compravendita degli immobili via mail. Tra le vittime ci sono noti giornalisti milanesi e cognomi della borghesia meneghina, tratti in inganno dalla “fiducia riposta nel ‘mediatore'” che “poteva indurre a pensare che non si trattasse di una truffa” nonostante i “prezzi indicati” fossero “francamente così fuori mercato da essere poco credibili per una persona di media esperienza”. Il 60enne – già condannato per truffa a 1 anno e 6 mesi dal Tribunale di Parma nel 2016 – era solito infatti proporre veri e propri ‘affari’ vendendo, ad esempio, a 248mila euro case dal valore di 400mila euro. È stata ritenuta estranea alla truffa una donna affetta da ludopatia, che aveva una relazione extraconiugale con Frigerio, e alla quale lo stesso ha versato circa 80mila euro, che era solita spendere i ‘regali’ nel casinò di Saint Vincent. 

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