Il professore di Idraulica: "Sappiamo che acqua ha allagato i locali, ma non se è causa o conseguenza dello scoppio"

Un cortocircuito al generatore (o a un altro componente elettrico), come una sorta di ‘fulmine’ all’interno di una stanza. Così l’ingegnere Francesco Ballio, professore di Idraulica al Politecnico di Milano, prova a spiegare cosa potrebbe essere successo all’interno della centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, sul lago di Suviana, sull’Appennino Bolognese, per scatenare l’incidente in cui hanno perso la vita almeno cinque persone. “Una turbina può certo rompersi, ma non esplodere. Un disastro può anche capitare su una turbina, anche se non lo ricordiamo, mentre un’esplosione termica come quella che c’è invece stata, non può avvenire da lì”, spiega Ballio a LaPresse. “Tutti stanno ora puntando il dito verso un possibile cortocircuito: sono scenari molto ragionevoli, anche se abbiamo solo indizi indiretti. L’ipotesi del cortocircuito all’alternatore, o generatore di corrente – prosegue l’esperto – è quella più probabile, però potrebbe essere avvenuto anche su un altro componente, come un quadro o una linea. Tutti elementi che se vanno in cortocircuito con quelle potenze, possono generare un ‘fulmine’ – anche se il termine è improprio – all’interno di una stanza, quindi immaginiamo quali possono essere le conseguenze”. Improbabile, invece, secondo il docente, che a causare lo scoppio possa essere stata una fuga di gas: “È vero che quel sistema era in manutenzione, però ormai si era alle fasi di collaudo. All’interno di una centrale idroelettrica tecnicamente non c’è necessità di avere dei gas. Se la fase dei lavori era già conclusa, lo riterrei improbabile, perché andrebbe contro ogni norma”, afferma. Per Ballio, ad ogni modo, “finché non si riuscirà a portare fuori il materiale, non potremo avere prove di quello che è successo. E anche se il cortocircuito è l’unico scenario che viene in mente, la causa invece non la conosciamo. Sappiamo che l’acqua ha allagato i locali, ma che questo sia stato la causa o la conseguenza dello scoppio non possiamo dirlo”. Difficile dunque, al momento, parlare di mancate condizioni di sicurezza, errore umano o tragica fatalità. “Tutto è possibile, finché non abbiamo elementi oggettivi e non indiretti. Il collaudo è una fase delicata ma era svolta da persone esperte. Purtroppo la maggior parte di esse non è in grado di raccontarci cosa è successo e cosa stava facendo, perché è morta. Quindi tutti gli scenari descritti possiamo immaginarci che siano altrettanto veri”, conclude. 

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