Il 19enne fu aggredito a Milano con delle chiavi inglesi da un commando di Avanguardia operaia: morì dopo 47 giorni di coma il 29 aprile 1975

Sergio Ramelli è un ragazzo di 19 anni, militante di estrema destra nella Milano degli anni di piombo. Sono gli anni ’70, degli omicidi delle Brigate Rosse e degli scontri tra attivisti della sinistra extraparlamentare e neofascisti a colpi di bastoni, spranghe, pugni e chiavi inglesi, ma nelle manifestazioni di piazza cominciano a comparire le pistole, come immortalato nella celebre foto di due anni dopo in via De Amicis, in cui compare un esponente di Autonomia Operaia con un passamontagna che punta la pistola contro la polizia in una manifestazione in cui venne ucciso l’agente Antonino Custra.

Milano, in migliaia alla commemorazione per la morte di Sergio Ramelli
Milano, in migliaia alla commemorazione per la morte di Sergio Ramelli

L’agguato a Ramelli il 13 marzo: morì dopo 47 giorni di coma

Nel 1975 Ramelli frequenta l’istituto Itis Molinari, dove la maggioranza degli studenti è legata ai movimenti della sinistra. E’ iscritto al Fronte della Gioventù e ha già subito minacce e due aggressioni. A febbraio lascia la scuola e finisce l’anno in un istituto privato. Il 13 marzo torna a casa, parcheggia il motorino in via Paladini e viene aggredito da un gruppo di persone con chiavi inglesi. Resterà in coma 47 giorni e morirà il 29 aprile. Per il suo omicidio, dopo dieci anni di indagini vennero identificati e poi condannati otto esponenti di Avanguardia operaia, nel processo durato dal 1987 al 1990. Ogni anno Ramelli viene ricordato sia dalle istituzioni che dagli ambienti di estrema destra con cortei e raduni. 

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