Cesare Damiano: "Governo ha atteggiamento ondivago"

Il tema della sicurezza sul lavoro torna a essere centrale nel dibattito politico italiano dopo l’ennesima strage di operai verificatasi a Casteldaccia, nel Palermitano, dove cinque lavoratori sono morti e un altro è gravissimo a causa delle esalazioni tossiche riportate mentre stavano effettuando alcuni lavori nelle fognature. In tanti, dalla politica e dal mondo del lavoro, chiedono alla politica di fare di più per porre fine alle morti bianche. Tra questi Bruno Giordano, ex direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, che a LaPresse dice che le misure del governo sul tema sono “insufficienti, inutili e dannose”. Osserva che “le norme del decreto Pnrr sono state in gran parte modificate dallo stesso governo in sede di conversione“, sottolineando che forse “il governo non aveva le idee chiare, visto che le ha modificate in qualche settimana”. In ogni caso “sono disposizioni che non hanno nessuna vera efficacia preventiva, anzi sono a tutela dei datori lavoro e non dei lavoratori”.

“Patente a punti idea aberrante”

Da Giordano anche critiche nei confronti della cosiddetta ‘patente a punti’ sulla sicurezza sul lavoro, che l’esecutivo introdurrà da ottobre e che sarà obbligatoria per le imprese. La patente si basa su un sistema di crediti. Il punteggio iniziale è di 30 crediti, per operare nei cantieri un’impresa deve averne almeno 15; in caso di incidenti o del mancato rispetto delle norme di sicurezza, l’azienda perde crediti (10 per una violazione, 15 nel caso in cui un infortunio causi al dipendente un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, 20 in caso di morte di un lavoratore), che può però recuperare attraverso i corsi di formazione (5 ognuno). “La patente a punti è innanzitutto una idea aberrante sul piano etico perché considera i morti sul lavoro come punti su una patente, valuta la vita in termini di punteggio dopo che l’incidente si è verificato”, ha detto Giordano a LaPresse. “Noi – ha sottolineato – dobbiamo pensare ad applicare norme che già abbiamo, attraverso interventi concreti”, tra cui “la procura nazionale del lavoro, che chiediamo da oltre 20 anni, riunire sotto un’unica autorità indipendente tutti gli organismi di controllo e dare efficacia a tutte le norme che impongono un coordinamento tra le Regioni”. 

Cesare Damiano: “Governo ha atteggiamento ondivago”

“Siamo di fronte a stragi che si ripetono, Brandizzo, Firenze, Suviana. E ora Casteldaccia. Le cause di queste morti sul lavoro sono sempre le stesse purtroppo. Questo governo si trova di fronte a colossali investimenti che stanno arrivando col Pnrr, con opere infrastrutturali potenti. Ma, davanti al fatto che ci sarà un’imponente iniezione di risorse per investire in cantieri, ferrovie, per non parlare del Ponte sullo Stretto se mai decollasse, non mi pare che da parte di questo esecutivo ci sia la consapevolezza di dovere accompagnare tutto ciò con una altrettanto forte capacità di innovazione per la sicurezza sul lavoro“, ha detto a LaPresse Cesare Damiano, politico ed ex sindacalista, che è stato deputato alla Camera e Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel secondo Governo Prodi, e che è considerato il padre del Decreto 81 del 2008 (noto come Testo Unico su salute e sicurezza sul lavoro). Nel governo Meloni l’ex ministro Damiano vede un “atteggiamento ondivago”: “la liberalizzazione della catena degli appalti non va nella direzione della sicurezza sul lavoro. Il Decreto 81 già conteneva la patente a punti“, ma ora invece arriva “la patente a crediti, che non è parente della patente a punti”. Insomma – prosegue Damiano – “accanto a qualche passo avanti come il riconoscimento degli stessi standard contrattuali lungo tutta la catena d’appalto, che è stata una battaglia delle opposizioni, si registra dall’attuale governo un passo indietro nel cancellare i cattivi comportamenti delle aziende. Il che rende non efficace la misura rispetto a come concepita all’inizio”. Damiano sottolinea: “c’è il giusto cordoglio, ma poi non c’è un atteggiamento corrispondente sotto il profilo legislativo, che tenga conto del passaggio che sarà caratterizzato dagli investimenti derivanti dal Pnrr. Tanto più necessario a fronte della reiterazione di questi incidenti”. In queste stragi siamo di fronte “sempre alle stesse cause – ribadisce Damiano – Lo abbiamo visto nei cantieri, con i crolli, le cadute dall’alto. Lo vediamo con le esalazioni nocive che creano una catena di morti. In agricoltura col ribaltamento dei trattori. C’è bisogno di agire sulle indicazioni fondamentali del Decreto 81 del 2008: formazione, prevenzione e repressione, ma soprattutto sulle prime due”. E prosegue: “Le statistiche Inail ci dicono che nel primo trimestre di quest’anno, mentre aumentano leggermente gli infortuni, gli incidenti mortali diminuiscono da 196 a 191, rispetto al primo trimestre 2023. Stando alle nude statistiche c’è una leggera diminuzione, ma oggi altri morti si aggiungono e i dati Inail sono provvisori per via degli accertamenti burocratici dei decessi. Inoltre in questo primo trimestre si registra un aumento del 24% delle malattie professionali. Il lavoro quindi continua a uccidere e a rendere inabili“.

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