Mancano gli avvocati, salta l'interrogatorio di Spinelli
Dopo che il presidente della Liguria Giovanni Toti venerdì si è avvalso della facoltà di non rispondere, oggi (sabato) è stato il giorno degli interrogatori di garanzia di due tra i suoi più importanti co-indagati nell’inchiesta per corruzione che ha provocato un terremoto nella politica ligure: l’imprenditore Aldo Spinelli e il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani. Intanto emerge che tra i reati contestati al presidente della Liguria Giovanni Toti c’è anche un’accusa di falso.
Cozzani nega addebiti, pronto a dimettersi
Anche Cozzani, così come Toti, non ha risposto alle domande del gip di Genova, Paola Faggioni. Assistito dal suo avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, ha però fornito dichiarazioni spontanee affermando la volontà di dimettersi e negando ogni addebito nei suoi confronti. In caso di dimissioni, sottolinea la sua difesa, verrebbero meno le esigenze cautelari su cui sono basati gli arresti domiciliari. Nei prossimi giorni Cozzani chiederà di essere sentito dai pm.
Spinelli senza avvocati, salta interrogatorio
Niente interrogatorio invece per Aldo Spinelli. La cancelleria non avrebbe notificato gli atti di convocazione agli avvocati difensori dell’imprenditore 84enne, e l’interrogatorio davanti al gip non si sarebbe potuto svolgere. “Mi hanno lasciato solo, i miei avvocati non ci sono, verrò lunedì”, ha chiosato l’imprenditore uscendo dall’aula. A una domanda sui finanziamenti e sulle contestazioni Spinelli ha risposto: “Tranquillo che lunedì saprete tutto. Male non fare, paura non avere”.
Contestata a Toti anche ipotesi di falso
C’è anche un’accusa di falso tra i reati contestati al presidente della Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari da martedì nell’ambito delle indagini sulla corruzione in Liguria. Il reato contestato riguarda la gestione delle discariche savonesi, per cui era già indagato per corruzione l’imprenditore Pietro Colucci, contestazione contenuta nella prima ordinanza eseguita martedì. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di Colucci sono poi emerse anche alcune ipotesi di falso, che hanno preso corpo con l’aggiunta di ulteriori elementi, approfonditi durante le indagini e cristallizzati anche all’interno di alcune intercettazioni, che hanno fatto emergere la nuova contestazione. Toti chiederà di essere sentito già dalla prossima settimana.
Schlein: “Dimissioni di Toti sono necessarie”
Intanto, per quanto riguarda gli strascichi politici dell’inchiesta, le opposizioni continuano a chiedere che Toti si dimetta da presidente della Liguria. “Le dimissioni di Toti sono necessarie e opportune. Ancora prima delle sentenze, quando le accuse sono così gravi e portano a una misura cautelare su un presidente di Regione, non si può lasciare la Liguria in questo stato di incertezza derivante dalle indagini”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante una visita al quartiere Zen a Palermo.
Contestazioni verso Conte in corteo a Genova
In seguito all’inchiesta su Toti ha preso un significato più ampio la mobilitazione di circa duemila persone tra cittadini e attivisti, che sono scese in piazza a Genova per dire “basta ai progetti calati dall’alto” e chiedere alla politica maggiore condivisione con i territori per quanto riguarda le grandi opere. Su uno striscione visibile nel corteo, partito da via Fanti d’Italia, si legge: “Prepotente, non ti vogliamo più come presidente”, con riferimento proprio a Toti. Alla mobilitazione ha provato a partecipare anche il presidente del Movimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che però è stato contestato con cori come: “Fuori Conte dal corteo”. In mattinata anche gli organizzatori avevano preso le distanze dal leader pentastellato, definendo la sua presenza “strumentale”.
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