Ieri l'interrogatorio dell'imprenditore, sotto cautelari da martedì scorso con l'accusa di corruzione

Due lunghe ore davanti al gip nelle quali “ho risposto a tutto”. Buona la seconda per Aldo Spinelli, 84 anni, tra i signori del porto di Genova, che questa mattina a differenza di sabato è stato interrogato dal gip di Genova dopo l’inchiesta che lo vede ai domiciliari da martedì scorso con l’accusa di corruzione. Secondo i magistrati sarebbe lui ad aver cucito rapporti sempre più stretti con la politica ligure, foraggiata per ottenere favoritismi e spazi sempre più ampi alla conquista dello scalo di Genova, lui che avrebbe pilotato le azioni di rappresentanti del potere pubblico per raggiungere i suoi scopi.

Spinelli doveva essere sentito sabato, poi per un disguido tecnico dovuto a una mancata comunicazione della cancelleria l’appuntamento è slittato a questa mattina. Arrivato in sordina, non si è sottratto a qualche risposta breve ai giornalisti che lo aspettavano al termine dell’incontro, fuori dalle aule del terzo piano del tribunale di Genova.”Com’è andata commendatore?”. “Bene, fate i bravi mi raccomando. Preoccupato? No, assolutamente no“, le parole di Spinelli, apparso come al solito sornione e quasi sorridente. A chi gli chiedeva se avesse risposto al gip ha detto “Sì, a tutto tutto. Tranquilli”. E passando poi alla misura che lo tiene ai domiciliari da una settimana, a chi domandava se ha messo in conto di uscire, ha spiegato: “Io penso di meritarmelo”.

In mattinata lungo interrogatorio anche per il figlio Roberto Spinelli, che ha anche lui risposto alle domande del giudice.Si tratta ora di cucire insieme quanto emerso dagli interrogatori di queste ore, per capire se le spiegazioni fornite agli inquirenti bastino o meno a rispondere agli addebiti avanzati nei confronti degli indagati, e anche a circostanziare meglio fatti che al momento si presentano divisi in diversi filoni di inchiesta. Da un lato le accuse di corruzione sul porto e i rapporti per ammorbidire e adattare ad esigenze private le principali questioni legate allo ‘spartimento’ privato dello scalo, gli aiuti per il tombamento di calata Concenter, lo spostamento dei depositi chimici da Multedo al porto di Sampierdarena. Dall’altra i nuovi accertamenti che di ora in ora si sommano all’inchiesta principale.

Anche il periodo covid in queste ore è finito al centro dell’apertura di un nuovo fascicolo di indagine, a carico ancora del governatore ligure Giovanni Toti e del suo braccio destro Matteo Cozzani. Riguarda un’ipotesi di falso sui numeri legati ai vaccini anti covid e ha messo sotto la lente anche i rapporti tra alcuni soggetti della sanità privata e il governatore per finanziamenti che sarebbero poi confluiti alla fondazione Change che fa capo a Toti stesso. Il falso sarebbe rimasto cristallizzato in alcune intercettazioni in cui si parla di numeri gonfiati di vaccini. Al centro ancora un presunto scambio di favori nel quale però i numeri nelle conversazioni intercettate sarebbero ritoccati al rialzo prima da Toti e poi da Cozzani, che non sapeva dell”aggiustamento’ già effettuato.

Anche di questo sarà chiamato a rispondere il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti intorno al quale da giorni si rincorrono voci di possibili dimissioni, smentite anche oggi dal suo legale. Che però solo qualche giorno fa aveva ammesso come il governatore “ci stesse pensando ma non sono decisioni che può prendere da solo”. Intanto domani dovrebbe essere chiesto di fissare l’interrogatorio davanti al pm, dopo che Toti nei giorni scorsi si era avvalso della facoltà di non rispondere. Potrebbe essere sentito già entro la fine della settimana.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata