Ventiquattro anni fa l’OMS ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali
Il 17 maggio si celebra la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Si tratta di una ricorrenza riconosciuta dalle Nazioni Unite (dal 2004) e dall’Unione europea (dal 2007) a sostegno della comunità Lgbtq+ ancora vittima di persecuzioni e discriminazioni in tutto il mondo. La data è stata scelta per ricordare un giorno storico: il 17 maggio 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali definendola come “una variante naturale del comportamento umano”. Si è trattato del primo importante passo verso il traguardo della non discriminazione che ha smentito tutte le ricerche scientifiche sbagliate e infondate fatte negli anni. In questo modo sono terminati i trattamenti medici e psichiatrici nei confronti delle persone della comunità arcobaleno.
Molto è stato fatto in questi anni eppure sono ancora 72 gli Stati nel mondo che sanzionano penalmente l’orientamento sessuale, con il carcere o addirittura la pena di morte. Tra questi ci sono Afganistan, Algeria, Egitto, Iran, Iraq, Libano, Nigeria, Pakistan, Siria, Tunisia, Uganda, Emirati Arabi.
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