Il legale: "Confidiamo che i tempi siano brevi". Lo zio: "Il caso giudiziario ora è diventato terra di scontro politico"
Il primo atto formale che Chico Forti ha fatto una volta arrivato nel carcere di Verona è stata la richiesta ufficiale di vedere la mamma, 96 anni, impossibilitata a muoversi da Trento per ragioni di salute. A quanto si apprende l’atto è stato depositato alla direzione della casa circondariale che ha trasmesso la richiesta al tribunale di sorveglianza. Forti divide la cella con altri due detenuti e ieri sera ha mangiato pasta con le cozze.
Legale: “Richiesta incontro con madre è di carattere umanitario”
“Abbiamo presentato l’istanza al tribunale di sorveglianza di Venezia che è competente territorialmente su Verona dove attualmente è detenuto Chico Forti. Sulle tempistiche non siamo in grado di fare previsioni ma, visto che si tratta di un permesso di carattere umanitario, confidiamo che i tempi siano brevi” spiega a LaPresse l’avvocato Carlo Dalla Vedova, legale di Chico Forti, in merito al deposito della richiesta di potere incontrare la madre di 96 anni, impossibilitata a muoversi da Trento.
Lo zio: “Quando sarà non si dica ‘mamma abbraccia assassino'”
“Il caso giudiziario di Chico ora è diventato terra di scontro politico. Mi auguro solo che quando mio nipote incontrerà la mamma nessuno dica che una madre di 96 anni ha abbracciato un assassino” ha detto Gianni Forti, zio di Chico, l’imprenditore trentino rientrato in Italia dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti dove è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, delitto per cui il 65enne si è sempre dichiarato innocente.
“C’è tanta amarezza per quello che è stato detto – ha aggiunto Gianni Forti parlando con i cronisti -. La nostra è stata una lunghissima battaglia, a tratti sembrava quasi impossibile. Non abbiamo mai parlato dell’aspetto giudiziario. Ci siamo solo battuti per riportare a casa Chico”.
Oggi prima telefonata alla mamma
Nell’attesa dell’incontro, oggi Chico Forti sentirà la mamma al telefono. Lo conferma Gianni Forti, zio dell’imprenditore trentino rientrato in Italia dopo 24 anni di carcere negli Usa dove è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, delitto per cui il 65enne si è sempre dichiarato innocente. Forti attualmente è detenuto nel carcere di Verona e il suo legale, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, ha già depositato al tribunale di sorveglianza di Venezia, competente per territorio, l’istanza per permettere all’imprenditore trentino di fare visita alla mamma 96enne, impossibilitata a muoversi da Trento.
Codacons presenta esposto a Corte Conti su costi rientro
È stato presentato oggi l’annunciato esposto del Codacons alla Corte dei Conti relativo alle spese sostenute dallo Stato per far rientrare in Italia Chico Forti. Nell’istanza, spiega una nota, il Codacons richiama “la normativa italiana che, proprio al fine di ridurre sprechi e usi impropri dei soldi pubblici, definisce regole stringenti per l’utilizzo di aerei di Stato”. Si legge nell’esposto dell’associazione: “Con il Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011 e la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 settembre 2011 sono state indicate le condizioni e procedure da osservare nella gestione del trasporto aereo di Stato, in armonia con gli obiettivi governativi di contenimento della spesa pubblica. In particolare, nel rispetto dell’art. 3, comma 2, D.L. n. 98 del 2011 e degli artt. 7 e 9 della citata Direttiva, sarà necessario assicurare che ogni istanza per la concessione di un volo di Stato sia corredata da documentazione attestante le circostanze che rendono indispensabile ed eccezionale l’utilizzo del mezzo aereo (inderogabilità, urgenza, motivazioni istituzionali, mancanza di mezzi di trasporto alternativi, ecc.)”.
La disciplina sui voli di Stato, si legge ancora nell’esposto del Codacons, “è improntata sul criterio generale di economicità ed efficienza delle risorse, in particolare la direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri del 23 Settembre 2011 contenente la Disciplina del trasporto aereo di Stato e le condizioni legittimanti il ricorso ai medesimi, stabilisce all’art.7 i criteri generali di concessione del trasporto aereo di Stato e prevede in particolare che ‘il trasporto aereo di Stato è disposto secondo criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell’impossibilità, dell’inopportunità o della non convenienza dell’impiego di differenti modalità di trasporto, ovvero previa verifica delle specifiche esigenze di alta rappresentanza connesse alla natura della missione istituzionale supportata’. Nel caso che ci occupa è dovere pubblico per i soggetti ai quali è demandata una funzione implicante maneggio di denaro o beni pubblici, di rendere conto della correttezza di gestione, con un rispetto ancor più rigoroso di giudizi e valutazione di probabilità e opportunità delle operazioni poste in essere nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità, oltre che nell’ottica di correttezza e trasparenza della pubblica amministrazione”. Da qui la richiesta del Codacons alla Corte dei Conti “di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se nei fatti esposti possano essere ascrivibili, a carico di tutti coloro che risulteranno responsabili, soggetti pubblici, privati e istituzionali, che hanno autorizzato la spesa sostenuta dallo Stato Italiano per il rientro di Chico Forti e di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità, in violazione dei principi di economicità ed efficienza che regolano la pubblica amministrazione”.
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