Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana è tornato sulla polemica relativa al Pontefice
“Era un dialogo confidenziale riservato con i vescovi. Teniamo conto che sono incontri in cui, proprio per la loro natura confidenziale, si mischiano considerazioni generali e spesso anche osservazioni personali”. Così Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, a margine di un evento a Palazzo Borromeo, in merito alla polemica dei giorni scorsi sull’espressione che il Papa avrebbe utilizzato nei confronti dei seminaristi gay.
“Rispetto a quanto trapelato non ho nulla da aggiungere a quanto dichiarato dalla sala stampa vaticana. Ma si è trattato di due ore di dialogo in cui le argomentazioni e le osservazioni erano dalle più generali alle più particolari”. Come è potuta uscire da un incontro a porte chiuse? “Se sapete darmi voi una risposta – ha detto ai giornalisti presenti – potete offrirmela”.
Parole Papa su gay, il Vaticano: “Nella Chiesa c’è posto per tutti, Pontefice chiede scusa per termine riferito da altri”
Baturi (Cei): “Su seminaristi gay non c’è né da chiudere né da aprire”
“Mi sembra che anche la dichiarazione di ieri della sala stampa conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di un’apertura nella Chiesa a tutti i fedeli, anzi a tutti gli uomini, anche a Lisbona si ribadiva che tutti devono poter avere un loro posto e sviluppare un itinerario di santità e di bene dentro la Chiesa” aggiunge monsignor Giuseppe Baturi.
“Poi l’argomento particolare – ha aggiunto -riguarda la formazione al sacerdozio: lì c’è una procedura in corso e quindi a novembre sono state approvate delle linee, si chiamano linee di formazione italiana, che ora sono allo studio della Santa Sede e lì comunque si definisce bene il tipo di considerazione, ma assolutamente non c’è né da chiudere né da aprire ma da considerare la situazione di ogni uomo perché possa sviluppare un cammino di bene”.
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