Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette

Quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) tra i 15 e i 16 anni, pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Sono questi i dati della ricerca diffusa in occasione dell’apertura di “IMPOSSIBILE 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza organizzata da Save The Children.

Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l’anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici, rileva lo studio di Save The Children. Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Il 43,7% dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni).

Studio Save The Children, povertà grava pesantemente su aspettative di vita

La condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. rileva Save the Children. Se le ‘aspirazioni’ per il futuro risultano essere piuttosto uniformi tra tutti i ragazzi e le ragazze, le ‘aspettative’ (cioè gli obiettivi che si ritiene verosimilmente di poter raggiungere) divergono e il quadro cambia drasticamente. Più di un ragazzo su 4 in condizioni di grave deprivazione materiale afferma che non finirà la scuola e andrà a lavorare, a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione.

Andando ad analizzare lo scarto tra le aspirazioni e le aspettative concrete, colpisce la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro. Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori. Se per questi ultimi, lo scarto è di 17,6 punti percentuali, per i più svantaggiati la forbice raggiunge i 56,4 punti percentuali, a testimoniare quanto la povertà possa generare frustrazione e gravare negativamente sui percorsi di vita.

Milano (Save the Children): “Garantire a giovani opportunità crescita”

“È urgente intervenire per garantire alle bambine, ai bambini e agli adolescenti reali opportunità di crescita, superando le disuguaglianze legate alla condizione di origine”. Lo dichiara Raffaela Milano, direttrice Ricerche e Formazione di Save the Children. “Occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a partire dall’accesso alla mensa scolastica, il tempo pieno alle scuole primarie, la gratuità dei libri scolastici e il diritto allo studio universitario. Questo intervento è prioritario, rispetto ad ogni progetto di Autonomia Differenziata che altrimenti rischierebbe di aggravare i divari già presenti”, prosegue Milano.

“Proponiamo inoltre un Fondo nazionale per il sostegno alle aspirazioni di bambine, bambini e adolescenti in condizioni di fragilità economica con la fornitura, da parte dei Comuni, di “doti educative” per allargare i loro orizzonti nel campo della cultura, della musica, dello sport. Un impegno particolare va poi dedicato alle bambine e alle ragazze, le più disilluse circa le reali opportunità di futuro, con un piano di intervento per il superamento degli stereotipi, l’avvicinamento delle bambine alle materie Stem e un sostegno concreto allo sviluppo professionale delle giovani donne nel mercato del lavoro, dal quale oggi le adolescenti si sentono escluse”, sottolinea inoltre Milano.

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