Gli undici cadaveri recuperati ieri nel Mar Mediterraneo dalla nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sono arrivati a Lampedusa. Il trasbordo è stato autorizzato dal Viminale. A breve avranno inizio le operazioni di trasbordo. “Si tratta di salme di uomini e donne, non sono presenti salme di bambini”, fa sapere a LaPresse il team di Medici Senza Frontiere. Il trasbordo delle salme avverrà a breve, coadiuvato dal personale della Guardia costiera.
Dure le parole di Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi di Medici Senza Frontiere a bordo della nave Geo Barents: “Ieri la Geo Barents ha recuperato in mare i corpi senza vita di 11 persone, grazie anche al supporto di Seabird, il velivolo della Swa Watch. I corpi erano in mare da molti giorni, vittime di un naufragio di cui non si sa nulla. Vittime di scelte politiche su quelli che sono i confini dell’Europa e la mancanza di passaggi sicuri per fuggire alla situazione della Libia, che conosciamo molto bene”.
“Ieri – prosegue Conte – mentre recuperavano i corpi in alto stato di decomposizione, tra cui anche donne, la Geo Barents ha recuperato anche altre persone che si trovavano a bordo di un gommone, in difficoltà. Tutto questo è la conseguenza di una scelta politica, non è un’emergenza di cui non si sa nulla, le persone cercheranno sempre di trovare una via sicura. Ci dovrebbero essere dei canali, legali, per poter fuggire da situazioni assolutamente non umane”, conclude la Conte.
Gli undici migranti annegati sono “vittime di scelte politiche, dei confini dell’Europa e della mancanza di passaggi sicuri per sfuggire da guerra, povertà, detenzione”, afferma inoltre l’operatrice umanitaria. “Non è un’emergenza o qualcosa di non prevedibile, ci dovrebbero essere canali legali per poter sfuggire da situazioni inumane”.
La Sea Watch ha avvistato un dodicesimo cadavere nella stessa area dove ieri è stata segnalata la presenza degli undici morti, al largo delle coste libiche. Lo fa sapere la stessa ong nei suoi canali social. “Le ricerche continuano. I morti sono stati avvistati tra 35 e 77 chilometri al largo della costa libica – spiega la Sea Watch – non sappiamo se e quante altre persone siano annegate si può presumere che i morti siano stati vittime di un naufragio precedentemente non rilevato. La nostra solidarietà va a tutti i cari delle persone annegate”.