La donna, accusata di aver occupato un immobile per 6 anni, parla a LaPresse: "Ci sono stata solo una settimana, per necessità"
Non ci sono solo i presunti 90mila euro di debiti di Ilaria Salis fra i 176 milioni e 533mila euro che l’Aler Milano iscrive a bilancio come “crediti vantati” da “inquilini” e “occupanti abusivi” per “canoni di locazione e servizi a rimborso scaduti o da richiedere”. Poche settimane fa il direttore generale dell’ente che gestisce le case popolari in Regione Lombardia, Matteo Papagni, di proprio pugno ha chiesto gli “arretrati” e inviato un bollettino per 40.504,16 euro a una 45enne ucraina che il 13 marzo 2014 è stata trovata abusiva in un alloggio di viale Coni Zugna con due figli minori.
“E’ assurdo, ci sono stata una settimana“, afferma la donna sentita da LaPresse. A ribadirlo è anche la sentenza con cui il Tribunale di Milano l’ha già assolta perché il fatto non sussiste dall’accusa di invasione di edifici e per non aver commesso il fatto da quella di danneggiamento della porta d’ingresso. Secondo la sentenza la donna “fuggita” dall’Ucraina “da un marito violento e alcolista” e assistita dall’avvocato Gianluca Castagnino, avrebbe occupato temporaneamente l’alloggio per “necessità” e lo avrebbe lasciato 24 ore dopo l’accertamento, semplicemente perché quella notte stessa “faceva freddo”.
Non si sarebbe dunque mai trovata dentro casa oltre un anno più tardi, il 9 novembre 2015, come sostenuto dall’Aler che per questo motivo contesta la continuazione dell’occupazione per 6 anni e la invita a saldare i 40mila euro entro il 30 aprile 2024 perché in caso contrario verrà “dato incarico ad un legale di procedere” al “recupero del credito” e “addebitati gli interessi di mora”.
A confermarlo a processo è stata la responsabile della Caritas che l’ha ri-accolta nella Parrocchia Spirito Santo di Gaggiano, la stessa struttura che la 45enne aveva dovuto lasciare dopo aver trovato lavoro come cameriera in hotel a 700 euro al mese. E’ rimasta lì fino al 2017, a quando ha conosciuto il nuovo marito italiano con il quale ha aperto un’attività. In aula lo ha spiegato anche il custode dello stabile di proprietà dell’Aler che non ha riconosciuto l’imputata in aula. Ha aggiunto come con le generalità della donna ucraina in realtà si presentasse, da anni, un uomo con moglie e un figlio di 24-25 anni.
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