Il report statistico nazionale 2024

La povertà oggi è ai massimi storici ed è da intendersi come fenomeno strutturale del Paese”. È quanto si legge nel report statistico nazionale 2024 pubblicato dalla Caritas Italiana. “Le stime preliminari dell’Istat rilasciate lo scorso marzo, e riferite all’anno 2023 – si legge nel report -, attestano che il 9,8% della popolazione, un residente su dieci, vive in uno stato di povertà assoluta. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. Si tratta di individui e nuclei che, secondo la definizione Istat, non hanno il minimo necessario per vivere dignitosamente perché impossibilitati ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali (cibo, vestiario, abitazione, spese sanitarie). A loro – prosegue il report della Caritas – si aggiungono poi le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di circa 13milioni 391mila persone, pari al 22,8% della popolazione; dato che risulta in riduzione rispetto al 2022 quando si attestava al 24,4%. Il Mezzogiorno risulta l’area del Paese con la più alta incidenza delle persone a rischio povertà e/o esclusione sociale (39%) in linea con i dati della povertà assoluta”.

“La situazione appare ancora più controversa se si guarda alla grave deprivazione materiale che contrariamente al rischio di povertà e/o esclusione sociale tende a crescere (+4,4%)”, prosegue il report statistico nazionale 2024 della Caritas. “Le stesse stime preliminari Istat sui consumi delle famiglie, mettono in luce che nel 2023 si è registrata una crescita della spesa media delle famiglie (+ 3,9%) che però per effetto dell’inflazione si è tradotta in un calo dell’ 1,8%. In tal senso, il 2023, rispetto al 2022, è stato caratterizzato da un’inflazione in rallentamento ma ancora sostenuta (l’anno si è chiuso al +5,9%, fronte del +8,1%) e da segnali di ripresa economica leggermente più deboli. E in tale senso anche i dati di Banca d’Italia, contenuti all’interno della relazione annuale (maggio 2024), vanno nella stessa direzione: nel 2023 il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a espandersi, sostenuto dall’occupazione in ripresa, però il suo potere di acquisto è sceso a causa del caro vita. Inflazione che ha intaccato il tasso di risparmio che risulta ai livelli più bassi dagli anni Sessanta del secolo scorso”.

Report Caritas: “In un anno +5,4% assistiti in centri di ascolto”

Nel 2023, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 3.124 dislocati in 206 diocesi di tutte le regioni italiane) le persone incontrate e supportate sono state 269.689. Complessivamente si tratta di circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta. Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti; una crescita che si attesta su valori più contenuti rispetto a un anno fa, segnale di una progressiva distensione rispetto alle tante emergenze susseguitesi dopo lo scoppio della pandemia. Il confronto del numero di assistiti 2019-2023 è invece impietoso: + 40,7%.

Complessivamente cala l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 57,0% (dal 59,6%), anche per il venir meno delle presenze ucraine nel nostro Paese. Nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi ascolti che passa dal 45,3% al 41,0%. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più. Sembra mantenersi uno zoccolo duro di povertà che si trascina di anno in anno senza particolari scossoni. Chiedono aiuto donne (51,5%) e uomini (48,5%). L’età media che si attesta a 47,2 anni (era 46 nel 2022). Le persone con domicilio rappresentano l’80,8%. Alta come di consueto l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre (66,2%) dichiarano di essere genitori. In alcune regioni l’incidenza dei genitori risulta ancor più elevata, ad esempio nel Lazio (91%), in Calabria (82,2%), Umbria (81,4%), Puglia (80,6%), Basilicata (79%) e Sardegna (75,3%).

Report Caritas: “55,9% famiglie indigenti ha figli minori”

Relativamente alla povertà assoluta “se si guarda alle famiglie con minori, queste rappresentano il 55,9% del totale; in valore assoluto si tratta complessivamente di 150.861 nuclei, a cui corrispondono altrettanti o più bambini e ragazzi in stato di grave e severa povertà. Questo preoccupa e sollecita”, si legge nel Report della Caritas Italiana. “Nascere e crescere in una famiglia povera può essere infatti il preludio di un futuro e di una vita connotata nella sua interezza da stati di deprivazione e povertà, anche in virtù del nesso che esiste tra povertà economica e povertà educativa – prosegue il report – Tra gli assistiti Caritas prevalgono le persone con licenza media inferiore che pesano per il 44,3%; se a loro si aggiungono i possessori della sola licenza elementare (16,1%) e la quota di chi risulta senza alcun titolo di studio o analfabeta (6,9%) si comprende come oltre i due terzi dell’utenza siano sbilanciati su livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%)”. 

Report Caritas: “Maggior rischio per famiglie con bambini”

Sono i bambini nella fascia 0-3 anni a registrare l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,8% della popolazione complessiva). “Praticamente oggi, più di un bambino su sette, nell’età 0-3 anni, è povero in termini assoluti, e con loro ovviamente i loro genitori – si legge – Allo scopo di comprendere meglio le condizioni di vita e le difficoltà delle famiglie con minori, Caritas Italiana, in collaborazione con Save the Children, ha condotto una indagine nazionale su un campione rappresentativo di famiglie assistite dalla rete Caritas, in condizione di conclamata difficoltà socio-economica, che hanno al loro interno bambini nella fascia 0-3 anni. Chiedono aiuto in presenza di bambini piccoli: persone di cittadinanza non italiana (73,2%); mamme (70%); il 60% dei genitori ha al massimo la licenza di scuola media inferiore; in grave precarietà occupazionale (per lo più disoccupati, lavoratori poveri o casalinghe); l’età media è 36 anni; solo il 44,5% è seguito dai servizi sociali del territorio”.

Per 40% famiglie cibo e pannonili per bimbi sono un ‘lusso’

Tra le principali difficoltà registrate dalla Caritas Italiana, e contenute nel Report statistico nazionale 2024, c’è l’acquisto di prodotti di uso quotidiano, come pannolini (tale difficoltà è percepita dal 58,5% degli assistiti), abiti per bambini (52,3%) o alimenti per neonati come il latte in polvere (40,8%), le visite specialistiche pediatriche private (40,3%), l’acquisto di medicinali o ausili medici per neonati, specie se in presenza di disabilità o disturbi del linguaggio (38,3%). Oltre all’acquisto di giocattoli per i propri figli (37,2%), al pagamento delle rette per gli asili nido o degli spazi baby (38,6% dei nuclei) e anche, in casi di necessità, il compenso di eventuali servizi di baby-sitting (32,4%).

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