Il bracciante 31enne è morto sul lavoro a Cisterna di Latina, il corpo è stato abbandonato vicino alla sua abitazione
L’opposizione si indigna di fronte all’ennesima morte sul lavoro. La vittima questa volta è Satnam Singh, un bracciante di 31 anni. L’uomo è morto a Cisterna di Latina dopo essere rimasto agganciato al macchinario avvolgiplastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Il suo corpo è stato abbandonato vicino alla sua abitazione.
Schlein: “Satnam ucciso da sfruttamento e disumanità, sabato a presidio”
Dura la reazione di Elly Schlein. “Quello di Satnam Singh è un nome che non deve essere dimenticato perché non ha avuto un incidente sul lavoro, è stato ucciso dallo sfruttamento e dalla disumanità di chi lo ha mollato davanti casa con un braccio tranciato da un macchinario, noi non lo possiamo accettare”, ha detto la segretaria del Pd al Tg3. “Noi parteciperemo alla manifestazione di Latina sabato, ma vogliamo anche restare perché serve un presidio permanente per bonificare l’agro pontino dal caporalato, dallo sfruttamento, dalle paghe da fame, dalle intrusioni delle mafie e anche dalle connivenze politiche che a volte vediamo”, ha aggiunto.
Schlein: “Serve scossa civile, da Meloni nessuna risposta”
Contro le morti sul lavoro “serve uno scatto in avanti. C’è una legge che è stata approvata ma va attuata fino in fondo, fare i controlli del caso e mettere le risorse che servono per una piena attuazione”, ha detto ancora Schlein. Contro gli incidenti sul lavoro il Pd ha chiesto al governo di lavorare insieme, “ma non abbiamo avuto nessuna risposta dall’esecutivo. Ci siamo rivolti più volte alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per lavorare insieme su questa priorità, la sicurezza sul lavoro. Davanti a questo serve una scossa civile di tutto il Paese, le istituzioni e la società civile, insieme, devono reagire”.
Bonelli (Avs): “Morte Satnam dimostra che in Italia c’è schiavismo”
All’attacco anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. “Quello che è accaduto a Satnam è terrificante, e dimostra che nell’Italia del 2024 esiste lo schiavismo e le persone migranti non hanno il diritto ad essere soccorse. Abbandonare davanti all’uscio di casa Satnam, indiano di 31 anni, con il braccio tranciato messo in uno scatolone per nascondere lo sfruttamento e il caporalato decidendo così di non soccorrerlo è un fatto di una gravità e disumanità inaudita. Quindi si tratta non solo dell’ennesimo incidente sul lavoro ma del centesimo lavoratore straniero morto quest’anno in Italia, come ai tempi dello schiavismo, quando le morti degli stranieri avevano meno peso degli altri. Satnam, e i tanti braccianti agricoli, lavorano 12-14 ore al giorno per meno di quattro euro all’ora“, ha affermato Bonelli. “Le inchieste in corso certificano che c’è connessione tra le organizzazioni criminali che gestiscono il caporalato e il ruolo delle mafie nella gestione dei mercati ortofrutticoli a partire dalla pianura pontina. Per fronteggiare questa emergenza le nostre proposte concrete, perché non accadano più queste tragedie, sono la cancellazione della Bossi-Fini e la creazione di una Procura Nazionale contro il caporalato e gli infortuni sul lavoro. Ma i responsabili di questa gravissima omissione di soccorso, che ha portato alla morte di Satnam, vanno assicurati immediatamente alla giustizia”.
“Il ministro Lollobrigida afferma che in Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole, tolleranza zero. Purtroppo faccio presente al ministro che non ha ritenuto di dedicare nemmeno un post sui suoi social sulla morte di Satnam e che buona parte dell’agricoltura italiana è sostenuta da braccianti stranieri sfruttati e sottopagati. Il ministro, troppo impegnato a fare post sui ragazzi che non vogliono lavorare, o a dichiarare che i poveri mangiano meglio dei ricchi, oggi è muto sulla vergogna di Latina”, ha aggiunto.
Conte: “Bracciante morto come schiavo, Meloni non resti in silenzio”
“Perdi il braccio mentre lavori sui campi per quattro euro l’ora. Non vieni subito soccorso. Ti mettono su un pulmino e ti scaricano come immondizia davanti casa. A fianco una cassetta per le fragole in cui viene lasciato il braccio che hai perso. Perdi sangue e muori. È la storia di Satnam, bracciante indiano di 31 anni, morto in provincia di Latina. Sembra la storia di uno schiavo di qualche secolo fa”, ha affermato il presidente del M5S Giuseppe Conte sui social. “Mi aspetto parole e posizioni forti dalla premier Meloni, non silenzi. Non possiamo chiudere gli occhi, non si può pensare di fare profitti annullando la dignità del lavoro e anche l’ultimo briciolo di umanità. Se ci facciamo scivolare addosso queste atrocità, smetteremo di difendere l’Italia e i suoi valori. Noi siamo pronti per fare la nostra parte in Parlamento contro questa barbarie, che va estirpata dai campi in tutta Italia”.
Camusso (Pd): “Da Tg1 approccio vergognoso, interrogazione a governo”
“L’edizione delle 20.00 del Tg1 di ieri sera affronta la sconvolgente vicenda della morte sul lavoro di Satnam Singh sbagliando proprio tutto“, ha dichiarato la senatrice del Pd Susanna Camusso. “Abbiamo dovuto aspettare il 17simo minuto per apprendere delle informazioni rispetto al tragico episodio. In apertura del servizio, la voce scelta per narrare la vicenda è stata proprio quella del padre del datore di lavoro, indagato per omicidio e omesso soccorso, il quale si avventura in affermazione raccapriccianti, affermando che ‘il lavoratore ha fatto di testa sua; è stata una leggerezza, una leggerezza che è costata cara a tutti’. Mi preme ricordare che sono i datori di lavoro i responsabili della sicurezza sui luoghi di lavoro e che quando un determinato lavoro richiede l’utilizzo di un macchinario particolarmente pericoloso, è sempre il datore di lavoro a doversi assicurare che siano presenti tutti i dispositivi di sicurezza necessari e che siano funzionanti. E no, dire ‘non avvicinarti al mezzo’ non rientra fra i dispositivi di sicurezza; cosi come scaricare per strada il corpo di un uomo che è stato appena ferito e mutilato non rientra nelle pratiche di primo soccorso, sempre in carico al datore di lavoro”, ha aggiunto.
Il giornalista della Rai forse avrebbe potuto chiedere al signore intervistato perché suo figlio non abbia chiamato immediatamente il 118, invece di far intendere nella narrazione del servizio che sono stati i colleghi braccianti e i caporali presenti sul luogo dell’incidente, ad astenersi dalla richiesta di soccorsi. E, ancora, seconda domanda, come mai il bracciante lavorava per lui senza un contratto di lavoro regolare e sotto caporali? Rispetto ad un tema così importante, non è sicuramente questo l’approccio che ci aspettiamo dal servizio pubblico, il cui unico scopo dovrebbe essere quello di informare la cittadinanza piuttosto che rilasciare giudizi finalizzati a far negare le proprie responsabilità. Stiamo depositando una interrogazione parlamentare su quanto avvenuto, perché chiederemo conto alla Rai e al Dicastero di riferimento di relazionare su questo approccio comunicativo letteralmente vergognoso”.
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