Primi risultati delle superperizie, disposte dalla procura di Venezia. Il 3 ottobre 2023 morirono 22 persone

Lo sterzo era malfunzionante e il guard rail era troppo vetusto e consumato per reggere l’urto del mezzo. Sono i primi risultati delle superperizie, disposte dalla procura della Repubblica di Venezia, sull’autobus precipitato dal cavalcavia di Mestre, il 3 ottobre del 2023 dove morirono 22 persone, compreso l’autista, Alberto Rizzotto, e ne rimasero ferite altre 15, illustrati questa mattina, dal procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, durante un punto con la stampa.

Dagli accertamenti svolti dai periti nominati da Laura Cameli, la pm titolare del fascicolo d’inchiesta, svolti sia sulla carcassa dell’autobus che sulla scatola nera del mezzo, è emerso che un’anomalia meccanica, in particolare ad perno dello sterzo avrebbe impedito all’autista di recuperare il mezzo, in maniera rapida, nella fase dello sbandamento. Ieri sono stati rimossi i resti della barriera di protezione lunga trenta metri, che era sotto sequestro per e verrà posto nella caserma Matter di Mestre dove è depositato anche l’autobus. 

Incidente Mestre, pm: “Autista bus non ha avuto nessun malore”

L’autopsia sul corpo di Alberto Rizzo, l’autista del bus morto nell’incidente avvenuto il 3 ottobre del 2023 a Mestre, dove il mezzo è precipitato dal cavalcavia, ha escluso che l’uomo possa essere stato colto da un malore prima della tragedia. Gli esami cardiologici specifici, disposti dalla procura di Venezia al medico legale non hanno rilevato e svelato problemi al cuore. L’esame forense del cellulare dell’autista ha spiegato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, ha escluso l’utilizzo del dispositivo mobile in quei frangenti. 

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