Presente anche don Antonio Coluccia

Nella chiesa dell’Assunzione della beata vergine Maria di Rosciano, in provincia di Pescara, sono iniziati i funerali di Christopher Thomas Luciani, il 16enne ucciso domenica sera a Pescara nel parco Baden Powell. Per la morte del ragazzo, accoltellato 25 volte, sono stati fermati due suoi coetanei. Lutto cittadino oggi a Pescara. Tra i presenti, tantissimi giovani e anche don Antonio Coluccia, il prete salentino che combatte gli spacciatori delle borgate di Roma.

L’arcivescovo Tommaso Valentinetti:  “Bisogna fermare i mercanti di morte”

“Mi appello a coloro che già tanto fanno, che hanno responsabilità di amministrazione, di controllo e di governo: bisogna fermare i mercanti di morte“. Così nell’omelia l’arcivescovo Tommaso Valentinetti che ha celebrato nella chiesa dell’Assunzione della beata vergine Maria di Rosciano (Pescara), con il parroco don Mario Spadaccini, la messa funebre di Thomas Cristopher Luciani. “Istituzioni, scuola, famiglia e chiesa tutti devono avere un sussulto di responsabilità – ha aggiunto l’alto prelato – La presenza di tanti ragazzi, tanti fiori portati anche oggi dov’è morto Christopher, vuol dire che si può avere un sussulto di umanità e di verità che deve far cadere le armi da mani violente e che deve far allontanare la droga”.

Omicidio Pescara, la ricostruzione

Domenica 23 giugno, i due responsabili del terribile omicidio entrano nel parco intorno alle 16.46, per poi addentrarsi nella vegetazione dietro il campetto, lontani dalle telecamere. Assieme a loro c’è Thomas, che però non è più con loro quando, alle 17.21, i due assassini escono da quell’area per raggiungere gli amici. Nonostante quello che è appena successo, i due giovani si recano con gli altri ragazzi allo stabilimento Croce del Sud, dove si fanno un bagno e si liberano del coltello utilizzato per uccidere Thomas. Alle 21.13, le forze dell’ordine trovano il cadavere di Thomas nel parco, grazie alla testimonianza di uno dei ragazzi che, resosi conto della gravità della situazione, aveva raccontato tutto al padre. Il movente sarebbe un piccolo debito di droga di circa 200 euro, che da tempo la vittima aveva con uno dei due fermati.

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