La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Giacomo Bozzoli, accusato dell’omicidio dello zio Mario e di aver poi gettato il cadavere nell’altoforno della fonderia di famiglia. L’omicidio, secondo la ricostruzione dei carabinieri che indagarono sulla vicenda, avvenne a Marcheno, in provincia di Brescia, l’8 ottobre 2015. L’uomo, in tutti e tre i gradi di giudizio si era sempre dichiarato innocente.
Il ricorso rigettato dai giudici della prima sezione penale della Cassazione era stato presentato dopo la sentenza della Corte di assise di appello di Brescia del 17 novembre 2023. Oltre alla pena dell’ergastolo, Bozzoli è stato condannato alla pena accessoria dell’isolamento diurno per un anno. Al momento l’uomo risulta non reperibile.
Legata al caso dell’omicidio di Mario Bozzoli c’è anche la morte di un operaio della fonderia, Giuseppe Ghirardini, ritrovato senza vita nella sua casa in Valcamonica, ucciso da una capsula di cianuro poco dopo la scomparsa dell’imprenditore.
L’ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello di Brescia, ha dato il via libera all’inserimento, nella banca dati delle forze di polizia italiane ed europee il sistema Schengen gestito dalla Criminapol, del mandato d’arresto internazionale per Bozzoli.
Giacomo Bozzoli, condannato in via definitiva all’ergastolo è stato dichiarato latitante, con un decreto emesso dall’ufficio esecuzioni della corte d’Appello di Brescia. L’imprenditore di 39 anni, che nel 2025 dopo aver ucciso lo zio, gettò il corpo nell’altoforno dell’azienda metallurgica di famiglia, secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse, potrebbe essersi rifugiato all’estero e la sua automobile, una Maserati sarebbe stata avvistata in Francia. Insieme a Bozzoli si sarebbero allontanati anche la moglie, Antonella Colossi e il figlio piccolo. Già da ieri i carabinieri avevano inserito nella banca dati delle forze di polizia una nota di rintraccio.