Avrebbero alterato i parametri di riferimento per il sistema europeo di scambio di quote di emissione Ets

Perquisizioni nella mattina di mercoledì nei confronti di 10 persone tra amministratori, procuratori, dipendenti e collaboratori pro tempore di Acciaierie d’Italia spa, la società (attualmente in amministrazione straordinaria) che gestisce lo stabilimento ex Ilva di Taranto. Sono indagati per truffa ai danni dello Stato: stando a quanto emerso dalle indagini, ci sarebbe stata una “artificiosa manipolazione dei dati delle emissioni di Co2 riconducibili alle attività di Adi spa, poste in essere prima che la società fosse sottoposta a procedura di amministrazione straordinaria”. Il decreto è stato emesso dalla procura di Taranto ed è in fase di esecuzione da parte dei finanzieri del comando provinciale di Bari nelle province di Taranto, Bari, Milano, Modena e Monza-Brianza. Le indagini si riferiscono al “funzionamento del sistema europeo di scambio di quote di emissione istituito dalla direttiva 2003/87/Ce” che costituisce il principale strumento adottato dall’Unione Europa per ridurre le emissioni di gas effetto serra nei settori energivori dopo la sottoscrizione del protocollo di Kyoto.

Procura: dichiarate quote Co2 inferiori a quelle emesse

Nell’ambito delle indagini è emerso che Acciaierie d’Italia avrebbe attestato nel piano di monitoraggio e rendicontazione al Comitato Ets (Emission Trading System) falsi quantitativi di consumi di materie prime, tra fossile e gas, di prodotti finiti e semilavorati e relative giacenze, alterando i parametri di riferimento. La società, inoltre, avrebbe dichiarato al registro Eu Ets (il sistema europeo di scambio di quote emissione) un numero di quote di Co2 inferiore a quello effettivamente emesso, inducendo in errore il Comitato ministeriale che assegnava gratuitamente allo stabilimento, per il 2023, un ammontare di quote superiore a quello effettivamente spettante.

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