Una rappresentante della delegazione che ha occupato l'Ateneo: "Continueremo mobilitazione"

Prosegue ed è arrivata al 53esimo giorno la mobilitazione e l’occupazione del Politecnico di Torino da parte degli studenti pro-Palestina. Nella giornata di oggi, giovedì, è stato convocato un Senato accademico straordinario, dove gli studenti hanno potuto confrontarsi con il rettore Stefano Corgnati. Ma non è passata la mozione degli studenti, che chiedevano che il Politecnico interrompesse tutti i rapporti e le collaborazioni con le università israeliane. “La nostra mozione è stata votata con un voto a favore, tre astenuti e gli altri contrari, quindi non è passata anche se è un dato che purtroppo ci dispiace ma non ci stupisce perché siamo consapevoli di quanto il nostro Ateneo sia poco aperto ai cambiamenti, soprattutto quando si tratta di andare a rescindere accordi che gli garantiscono milioni e milioni di euro“, spiega Emma, una portavoce degli studenti pro-Gaza. Approvata invece una mozione presentata dai senatori studenteschi, che fa seguito a quella già approvata lo scorso 7 maggio e al successivo Piano di azione sui temi della pace. Ma il documento approvato non soddisfa gli studenti pro-Palestina, come spiega la rappresentante: “La mozione invece presentata dai senatori, da cui noi ci siamo subito distaccati perché è una mozione vuota e priva di qualunque contenuto politico, è stata passata solo per un terzo, il terzo che riguarda la biasima dell’attacco del 7 ottobre e che esprime solidarietà alla comunità palestinese, elemento che tra l’altro siamo riusciti a far inserire in quella mozione dopo un incontro di quasi 5 ore. Questo per dimostrare quanto quella mozione per noi sia assolutamente lontana dalle nostre richieste e priva di contenuto politico e geopolitico. Per noi, ovviamente, quella di oggi non è una vittoria, non siamo soddisfatti di come è andata: siamo riusciti a ottenere un Senato, quindi finalmente il Rettore si è dovuto confrontare apertamente con noi, ma in realtà non lo ha nemmeno fatto perché votando una mozione in toto e non in punti, non si è preso la responsabilità di votare no a determinati punti scottanti. Questa è una chiara presa di posizione politica, cioè quella di non voler prendere posizione politica e rimanere nel vago, rimanere nel silenzio. Quindi per noi questa non è una vittoria e continueremo la nostra mobilitazione“.

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