È stato convalidato il fermo di Igor Sollai, il 43enne accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere per la scomparsa e la morte della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, avvenuta a San Sperate, nel Cagliaritano, a maggio scorso. L’uomo, difeso dagli avvocati Laura Pirarba e Carlo Demurtas, ha partecipato questa mattina in video conferenza dal carcere all’interrogatorio di convalida e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Oggi, su disposizione del tribunale di Cagliari, il 43enne è stato fermato per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. I carabinieri sono al lavoro per chiarire contorni ed elementi cruciali del delitto. Si tratterebbe dunque dell’ennesimo femminicidio, l’ultimo dopo quello avvenuto a Roma lo scorso 4 luglio quando Manuela Petrangeli, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco in zona Portuense dall’ex compagno Gianluca Molinaro.
Con il telefono della moglie avrebbe scritto a parenti e amici per rassicurarli sulla sua sparizione volontaria, mantenendola così in vita ai loro occhi per convincere tutti che la sua sparizione fosse collegata alla fine della relazione sentimentale. Secondo gli inquirenti, Igor Sollai avrebbe scritto anche al datore di lavoro della donna, annunciando le dimissioni dalla sua casella di posta elettronica, e negando sempre a tutti la possibilità di parlare al telefono, sempre con una scusa diversa.
Sono le contestazioni rivolte dai carabinieri della compagnia di Iglesias a Sollai, accusato di aver ucciso e fatto sparire il cadavere della moglie la cui scomparsa era stata denunciata il 30 maggio scorso dal fratello.
“L’attività investigativa ha portato all’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo, anche se il corpo della vittima non è ancora stato rinvenuto – sottolineano i carabinieri in una nota – La scomparsa della donna era stata denunciata dal fratello presso la stazione carabinieri di San Sperate e, da quel momento, i militari hanno vagliato tutte le possibili ipotesi. La pista del suicidio e dell’allontanamento volontario sono state giudicate improbabili, portando gli investigatori a concentrarsi sulla vita della donna, scavando a fondo nelle dinamiche familiari”. Ad inchiodare il marito ci sarebbero le “evidenze ottenute dall’analisi delle tracce informatiche lasciate dall’indagato anche alla luce delle incongruenze esistenti nelle versioni fornite ai carabinieri sui giorni antecedenti la scomparsa della moglie”. I carabinieri hanno ricostruito i movimenti e i comportamenti del 43enne accertando come si fosse sostituito alla moglie sia con i parenti che con il datore di lavoro. L’abitazione in cui viveva la coppia è stata messa sotto sequestro.