Dai fatti contestati sono passati quattro anni e mezzo
Sono tornati in servizio sei agenti della polizia penitenziaria imputati nel processo per le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Uspp Campania. A rientrare in servizio qualche giorno fa sono stati Gaetano Manganelli e Anna Rita Costanzo, capo e vice della polizia penitenziaria dell’istituto penale, due ispettori e due assistenti capo. L’Uspp parla di “provvedimento eccessivamente penalizzante visto che sono passati 4 anni e mezzo dai fatti contestati il sindacato inoltre più volte aveva sollecitato il ministero e il Dap a reintegrare gli agenti sospesi visto che lo stipendio, con la sospensione che dura dal giugno 2021, si è notevolmente ridotto con gravi disagi economici per gli agenti e i loro familiari”.
Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente nazionale e segretario campano dell’Uspp, ricordano di aver “scritto più volte sulla inutilità di un provvedimento eccessivamente penalizzante, certi che gli esiti del mega processo in atto potranno essere meno rilevanti per la maggior parte degli agenti coinvolti. E, finalmente, proprio dopo il nostro ennesimo sollecito a revocare la misura della sospensione, grazie alla determinazione del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, è arrivata la riammissione in servizio di altri 6 colleghi”.”Auspichiamo che anche gli altri sospesi vengono riammessi. Ringraziamo il sottosegretario, con cui prosegue un proficuo confronto allo scopo di ridare credibilità al sistema penitenziario e, con questo, dignità al lavoro della polizia penitenziaria. Siamo convinti – aggiungono i due sindacalisti – che la nostra azione non possa considerarsi ininfluente rispetto a questo risultato, certi, tra l’altro, della necessità che nel carcere di Santa Maria Capua Vetere occorre ancora decongestionare il sovraffollamento che ha limiti insopportabili inoltre dalla pianta organica mancano ancora 70 agenti ma nonostante ciò il personale di polizia penitenziaria riesce comunque a mantenere l’ordine e la sicurezza interna”.
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