Impiantato un pacemaker salvavita a paziente 102 anni. La donna era caduta in casa dopo essere svenuta a causa di frequenti capogiri. Trasportata d’urgenza in pronto soccorso per un trauma cranico, le è stato diagnosticato un disturbo elettrico al cuore – blocco atrioventricolare avanzato – che ha richiesto l’impianto immediato di un pacemaker. L’intervento, così come reso noto dalla Asl di Bari, è stato eseguito da due equipe dell’ospedale San Giacomo di Monopoli , la Cardiologia diretta dal dottor Paolo Colonna e la Anestesia e Rianimazione guidata dal dottor Nicola D’Onghia.
L’intervento – eseguito dal cardiologo Francesco Fino – è riuscito e – dopo una breve degenza- la paziente centenaria è tornata a casa dalle sue figlie e dalla sua famiglia.”Il caso – spiega il dottor Colonna – ha un carattere di eccezionalità, per una serie di ragioni: in primis l’età della paziente che, tuttavia, non ha rappresentato un ostacolo viste le ottime condizioni di salute e la perfetta lucidità neurologica. L’intervento – aggiunge – è stato poi particolarmente difficile per l’ importante scoliosi della paziente che non permetteva di farla stendere supina sul letto operatorio. Noi siamo riusciti – continua – a mettere il pacemaker nonostante la scoliosi manovrando il braccio e con una serie di sostegni che hanno raddrizzato la colonna vertebrale della paziente.”
Con il supporto del team della unità di Anestesia e Rianimazione, e di tutto il personale medico infermieristico della Cardiologia è stato possibile procedere con l’impianto di pacemaker, in seguito al quale è stata riscontrata una rapida risoluzione completa dei capogiri e un miglioramento ulteriore delle condizioni di lucidità neurologica. Da gennaio 2024 ad oggi sono state nel complesso 70 le procedure di pacemaker eseguite dalla rinnovata unità operativa di Cardiologia nell’ospedale San Giacomo. A queste si aggiunge una importante attività diagnostica complessa con ecografia transesofagea, una metodica semi invasiva di diagnostica avanzata. Sono stati, inoltre, attivati nuovi ambulatori dello scompenso e delle malattie rare per allargare le possibilità terapeutiche all’interno della struttura. Così come sono raddoppiati i ricoveri per patologie più complesse, quali lo scompenso cardiaco, le valvulopatie e le endocarditi che, in passato, richiedevano trasferimenti in altre strutture ospedaliere.