I poliziotti sono stati portati in ospedale per essere medicati e poi dimessi con prognosi da 7 a 15 giorni
Sei agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Torino sono rimasti feriti nei disordini scoppiati nell’istituto nelle scorse ore. Lo confermano a LaPresse fonti sindacali. Gli agenti sono stati portati in ospedale per essere medicati e poi dimessi con prognosi da 7 a 15 giorni.
“Ieri 15 agosto 2024 dal primo pomeriggio si sono verificati gli ennesimi disordini al Padiglione B e al Padiglione C del carcere di Torino: disordini che sono andati avanti sino a notte, terminati alle 2 circa del mattino”, ricostruisce Osapp in una nota. “I detenuti al terzo piano del Pad. B si sono azzuffati tra loro – erano una decina – e hanno creato enormi problemi di gestione rifiutandosi di rientrare nelle proprie celle, tanto che uno di loro ha anche appiccato fuoco ai materassi: il rogo è stato domato dal personale previa evacuazione dei detenuti nei cortili passeggio. Nel frattempo, al terzo piano del Pad. C, i detenuti di quell’area, quasi tutti alticci, si sono barricati nelle sezioni detentive e come gli altri si sono rifiutati di rientrare nelle rispettive celle causando anche ingenti danni alla struttura (hanno rotto il sistema di videosorveglianza, danneggiando suppellettili vari e anche rotto tutti i neon di illuminazione della 12^ sezione: lì, un detenuto stava dando in escandescenza urlando che pretendeva di essere trasferito in un altro istituto penitenziario piemontese. Lo stesso copione – prosegue il sindacato – è stato ripetuto dai detenuti del primo piano del Padiglione C, mentre, i detenuti del secondo piano procuravano altri roghi bruciando materassi e oggetti. Hanno cosparso anche di olio il pavimento del padiglione per non fare entrare gli agenti: olio che avevano in cella in quanto lo utilizzano per cucinare. È stato chiamato in forze il personale libero dal servizio ed anche personale dagli istituti penitenziari del Piemonte”. Durante i “gravi disordini al padiglione B sono stati aggrediti e feriti un agente, due assistenti, due vicesovrintendenti e l’ispettore di sorveglianza generale e anche due agenti rimasti intossicati a causa dei roghi della nottata. Il personale penitenziario aggredito è stato accompagnato all’ospedale CTO di Torino da dove è stato dimesso con prognosi che vanno dai 7 a 15 giorni ciascuno”.
Osapp: “Quanto accaduto a Torino è follia”
“Quanto accaduto ieri è pura follia”, denuncia il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci ricordando che “le aggressioni sono 40 dall’inizio dell’anno 2024 e gli agenti feriti 50”. “Pleonastico rammentare che la situazione del carcere di Torino è definita dal personale vomitevole oltre che inquietante e talmente pericolosa da costringerci nuovamente e per l’ennesima volta a chiedere al Signor Prefetto di Torino di disporre l’impiego immediato di altre Forze quali l’Esercito perché giunti al limite estremo l’ordine e la sicurezza interne e si temono possibili conseguenze anche per la cittadinanza” prosegue Beneduci che rinnova “l’invito al Ministro della giustizia Carlo Nordio di disporre una immediata ispezione assumendo seri, urgenti e concreti provvedimenti nei confronti dei responsabili di questo immane disastro”.
Beneduci definisce “inaccettabile e vergognoso” che nell’istituto penitenziario “più problematico d’Italia le funzioni di comando siano state affidate ad un ispettore che seppur bravo non ha l’esperienza giusta e ci auguriamo che la Corte dei Conti chieda conto e ragione al Capo del personale del Dap – vista la cospicua presenza in organico di numerosissimi primi dirigenti della Polizia penitenziaria. Come detto la situazione è pericolosa per tutti e confidiamo in un intervento urgentissimo prima che accada l’irreparabile, il carcere di Torino come più volte ripetuto è ormai ingovernabile e totalmente fuori controllo. Vista l’inspiegabile inerzia del Dap auspichiamo l’intervento delle competenti autorità anche in considerazione dei numerosissimi episodi di violenza e non che ogni giorno registriamo nell’Istituto Cosa ancora dobbiamo aspettare?”.
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