Un testimone: "Dalla notte dell'omicidio è sparito un uomo che frequentava la piazza"
Seconda giornata di ricerche a Terno d’Isola per cercare di trovare l’arma del delitto o altri reperti utili alle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, che a distanza di un mese non è ancora irrisolto. Questa mattina le ispezioni con il metal detector sono ripartite dai campi intorno alla villetta di via Merelli, dove Sharon viveva con il compagno Sergio Ruocco, ancora sotto sequestro.
Proprio da qui la 33enne uscì a piedi per una camminata la sera tra il 29 e il 30 luglio scorsi, fino ad arrivare in via Castegnate dove poi fu accoltellata da un killer ancora ignoto. Dopo aver battuto ieri le vie intorno al luogo del delitto, anche questa mattina per supportare i carabinieri nelle indagini sono al lavoro i volontari dell’associazione Mu.Re., il Museo recuperanti di Toscolano Maderno, specializzati con i loro magneti nella ricerca di reperti bellici.
Testimone: “Da notte omicidio sparito uomo che frequentava piazza”
Un uomo di origini nordafricane che frequentava la piazza di Terno d’Isola non si vede più in paese dalla notte dell’omicidio di Sharon Verzeni. A raccontarlo è Mohammed, un ragazzo di 30 anni che lavora in una pizzeria d’asporto di Terno vicino al centro del paese e a poche centinaia di metri dal punto in cui la 33enne è stata uccisa a coltellate. Secondo la testimonianza di Mohammed, l’uomo faceva parte di un gruppo di una decina di nordafricani che di solito “bevono e fanno casino, sia di notte sia di giorno, ma non so se spacciano”: la sera dell’omicidio si sarebbe trovato in piazza ma, da allora, “non si è più visto in giro“. Si tratterebbe di un uomo di nazionalità marocchina. “So chi è di vista, un marocchino, ma non lo conosco di persona. L’ho detto ai carabinieri ma loro non hanno una sua immagine. Ho chiesto se mi fanno vedere delle foto perché io lo saprei riconoscere”, ha detto Mohammed. Il ragazzo della pizzeria ha raccontato anche di aver ricevuto delle minacce, qualche giorno fa. “Tre-quattro giorni fa è venuto qui un uomo ubriaco dicendo ‘ti spacchiamo tutto perché abbiamo visto gli sbirri in borghese da te, sappiamo che ci stai infamando. Mi ha insultato con tante parolacce, poi è scattato l’allarme e sono arrivati i carabinieri. Ma a me di loro non interessa, io non ho paura”, ha concluso.
Ruocco a un mese dal delitto: “Vivo male, le porterò un fiore”
Il 29 agosto segna anche il primo mese dal delitto e a riguardo il compagno di Verzeni, Sergio Ruocco, ha detto ai cronisti: “Lo so che è passato un mese. Vivo male, come al solito, purtroppo”, aggiungendo che “vado stasera” a portarle un fiore. “Tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo. Sento ovviamente l’affetto dei colleghi, mi stanno vicino”, ha poi aggiunto l’idraulico 37enne descrivendo la sua vita di questi giorni, mentre rientrava a Bottanuco nell’abitazione dei genitori di Verzeni, che lo ospitano dal giorno dopo il delitto. “Andiamo al cimitero quasi tutti i giorni, domani torneremo sicuramente”, ha proseguito.
Ruocco: “Ricerche coltello? Ora mi sembra tardi”
Con riferimento all’andamento delle ricerche per cercare, tra l’altro, il coltello con il quale la compagna è stata uccisa, Ruocco ha detto: “Mi sembra un po’ tardi adesso. Si vede che prima avevano cose più urgenti da controllare probabilmente. Ma non è il mio lavoro, non posso giudicare”. Sull’ipotesi che il killer possa essere uno degli spacciatori che frequenta la piazza del paese, Ruocco ha risposto: “È passato un mese, è giusto controllare quello che si può controllare. È giusto controllare le persone, come controllano un po’ tutti. È giusto battere un po’ tutte le piste”. L’idraulico di 37 anni, che non è indagato, ha spiegato di non essere stato più sentito dai carabinieri e di non avere altri dettagli da aggiungere per le indagini, “altrimenti li avrei già chiamati”.
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