L'artista ha chiesto al giudice di poter accedere a un processo di giustizia riparativa

Udienza a Lecco, dopo diversi rinvii, nel processo che vede il cantautore Marco Castoldi, in arte Morgan, imputato di stalking nei confronti della sua ex, la cantante Angelica Schiatti. “Io sono una persona che non solo è sensibile, io rispetto gli altri e lo stalking con me non c’entra nulla. Io avevo scritto poesie, ma si sono attaccati a pochi messaggi in mezzo a 50mila bellissimi per cui è stata fatta una distorsione assoluta“, ha detto Morgan ai cronisti al suo arrivo in tribunale. “Oggi finalmente si uscirà dall’incubo, da questa tortura che mi stanno facendo”, ha proseguito l’artista che era accompagnato dai suoi legali, Leonardo Cammarata e Rossella Gallo: “Tortura è la parola giusta”, ha concluso. 

 

 

Morgan chiede giustizia riparativa

In aula, Morgan ha reso spontanee dichiarazioni e chiesto al giudice di poter accedere a un processo di giustizia riparativa. Il giudice, Gianluca Piantadosi della seconda sezione penale, si è riservato la decisione entro il 27 settembre. Se non dovesse accettare la proposta dell’artista si aprirà il dibattimento con la prima udienza l’8 novembre. Si è opposta Schiatti, il cui legale, l’avvocata Maria Nirta, ha detto uscendo dall’aula: “Non riteniamo ci siano i presupposti per questo iter processuale. Innanzitutto riteniamo non siano applicabili alla fattispecie e le ultime condotte di Castoldi fanno intendere che questo ravvedimento non ci sia“. E ha concluso: “Fosse stato qualche cosa di differente non ci saremmo opposti perché nessuno ha interesse a tenere in piedi questa vicenda. Ma da parte nostra ci sono serie preoccupazioni e non intendiamo assolutamente pensare a una soluzione che non sia una sentenza che speriamo sia di condanna“. 

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