Peacelink: "Profonda delusione". VeraLeaks: "Spostamento del processo fa paura, rischio prescrizione"

La Corte d’Assise d’appello di Taranto ha disposto l’annullamento della sentenza di primo grado scaturita dall’inchiesta della procura ionica, chiamata Ambiente svenduto, sulla gestione passata dello stabilimento siderurgico Ex Ilva, e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Potenza. La Corte si è pronunciata accogliendo le richieste presentate da alcuni difensori degli imputati che chiedevano lo spostamento del processo, perché alcuni dei componenti del collegio giudicante di primo grado, sarebbero da considerare parti offese del disastro ambientale contestato. Le motivazioni alla base della decisione della Corte d’Assise d’appello di Taranto saranno depositate fra 15 giorni.

Peacelink: “Profonda delusione”

“È con profonda delusione che abbiamo assistito all’esito dell’udienza di oggi. Lo spostamento del processo d’appello ‘Ambiente Svenduto‘ a Potenza ha conseguenze gravissime per l’intera comunità tarantina”. Così l’associazione PeaceLink, da anni attiva sul fronte della tutela della salute e dell’ambiente nella nota firmata da Fulvia Gravame, responsabile di Taranto, e Alessandro Marescotti, presidente, a margine dell’udienza di oggi del processo d’appello scaturito dall’inchiesta chiamata Ambiente svenduto sulla passata gestione dello stabilimento siderurgico ex Ilva della città ionica.”Lo spostamento comporta l’annullamento del processo di primo grado e questo significherebbe un allungamento dei tempi della giustizia e un rischio concreto di prescrizione per reati gravissimi come la concussione e, probabilmente, l’omicidio colposo”, spiegano. “Lo spettro dell’impunità incombe sul processo ‘Ambiente Svenduto“, aggiungono. “I pubblici ministeri, nel corso delle udienze, si sono espressi in modo chiaro e deciso contro il trasferimento del processo, sottolineando l’infondatezza delle eccezioni delle difese degli imputati”, vanno avanti. “La lotta contro l’inquinamento dell’Ilva prosegue comunque. Continueremo a garantire la nostra presenza in tutte le iniziative utili a proteggere la popolazione. Saremo sempre dalla parte delle vittime in quella che l’Onu ha definito Zona di Sacrificio”, concludono.

VeraLeaks: “Spostamento del processo fa paura, rischio prescrizione”

“E’ clamoroso quello che è successo oggi a Taranto e che fa sinceramente paura. La sentenza del processo Ambiente svenduto che ha giudicato la gestione Riva della fabbrica Ilva con 26 condanne è stata totalmente azzerata ma non solo, il processo ripartirà da zero a Potenza con le conseguenti prescrizioni dei reati dietro l’angolo visti gli anni già trascorsi”. Lo dice Luciano Manna, tarantino, fondatore del sito di informazione indipendente Veraleaks, a margine dell’udienza di oggi del processo d’appello scaturito dall’inchiesta chiamata Ambiente svenduto sulla passata gestione dello stabilimento siderurgico ex Ilva della città ionica.”Dal 2008, anno in cui partirono le indagini al 2021, anno della pronuncia della sentenza, abbiamo impegnato buona parte della nostra vita per difendere i nostri diritti e per fare giustizia nei confronti di chi ha perpetrato un disastro ambientale acclarato ma con questa rocambolesca decisione della corte d’assise d’appello di Taranto ormai è chiaro che questo Stato e l’istituzione tutta ha definitivamente calpestato la Costituzione nel nostro territorio ed è di questo Stato che dobbiamo avere seriamente paura”, prosegue. “Io personalmente, tramite una inchiesta pubblicata da VeraLeaks, ho testimoniato nel processo Ambiente svenduto svelando i trucchi che avvenivano nel laboratorio della fabbrica con le modifiche e gli aggiustamenti dei risultati dei campionamenti svolti sugli impianti inquinanti”, va avanti. “La Legge non è uguale per tutti, oggi, 13 settembre 2024, è palesemente chiaro ed irreversibilmente definitivo, questo è certo, quello che accadrà a Potenza non è più cosa nostra”, conclude. 

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