Tra coloro che si sono tolti la vita, 35 lo hanno fatto nei primi sei mesi di detenzione e 24 erano in attesa di primo giudizio. Sovraffollamento al 131,77%
Sempre più preoccupante il quadro dei suicidi in carcere in Italia. Secondo i dati del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà nazionale, aggiornato al 16 settembre, dall’inizio dell’anno le persone detenute che si sono tolte la vita sono state 67 in totale (due suicidi sono avvenuti all’esterno dell’istituto). È un aumento di 19 decessi rispetto al dato di 48 registrato a settembre 2023.
I dati dei detenuti suicidi
Analizzando i dati personali relativi alle persone che si sono tolte la vita in carcere, si rivela che 65 erano uomini e 2 le donne. Riguardo alla nazionalità, 36 erano italiane (pari al 54%) e 31 straniere (pari al 46%), provenienti da 15 diversi Paesi. Le fasce d’età più presenti sono quelle tra i 26 e i 39 anni (30 persone) e tra i 40 e i 55 anni (18 persone); le restanti si distribuiscono nelle classi 18 – 25 anni (7 persone), 56-69 anni (11 persone) e ultrasettantenni (1 persone). Si rileva che l’età media delle persone che si sono suicidate è di circa 40 anni.
Ventiquattro persone erano in attesa di primo giudizio
La posizione giuridica delle 67 persone che si sono tolte la vita in carcere è la seguente: 29 erano state giudicate in via “definitiva” e condannate (43%), mentre 9 avevano una posizione cosiddetta “mista con definitivo”, cioè avevano almeno una condanna definitiva e altri procedimenti penali in corso; 24 persone (36%) erano in “attesa di primo giudizio”, 2 ricorrenti, 2 appellanti e 1 internato provvisorio. Dall’analisi è emerso inoltre che la maggior parte delle persone che si è tolta la vita in carcere era accusata o era stata condannata per reati contro la persona (34, pari al 51%), tra questi si riportano quelli di maggiore rilievo: 13 per omicidio (tentato o consumato), 8 per maltrattamenti in famiglia e 4 per violenza sessuale. A seguire i reati contro il patrimonio (23, pari al 34%), e in tema di droga (5). Poco significativi sul piano statistico appaiono invece gli altri tipi di reato.
In 35 si sono suicidati nei primi sei mesi di detenzione
Tra i detenuti che si sono suicidati, 35 persone, (pari al 52%), si sono suicidate nei primi 6 mesi di detenzione; di queste, 7 entro i primi 15 giorni, 5 addirittura entro i primi 5 giorni dall’ingresso. Analizzando i dati relativi agli eventi critici, è stata rilevata la presenza di eventuali fattori indicativi di fragilità o vulnerabilità. La lettura ha fatto emergere che 36 persone (pari al 54%) erano coinvolte in altri eventi critici e di queste 16 (ossia il 24%) avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio. Inoltre, 14 persone (ossia il 21% dei casi) erano state sottoposte alla misura della “grande sorveglianza” e di queste 5 lo erano anche al momento del suicidio. Gli istituti in cui si sono verificati i suicidi sono 46 (pari al 24% del totale delle strutture penitenziarie): 41 Case circondariali e 5 Case di reclusione. Va evidenziato che le sezioni maggiormente interessate sono quelle a custodia chiusa, con 57 casi (pari all’85%), mentre in quelle a custodia aperta sono stati registrati 10 casi (pari al 15 %).
Sovraffollamento al 131,77%
Il report del Garante dei detenuti affronta anche il tema del sovraffollamento penitenziario, rilevando che il relativo indice si attesta oggi al 131,77%. A fronte di 46.929 posti disponibili, nelle prigioni italiane sono presenti 61.840 detenuti. Andando indietro negli anni, al 30 giugno 2022 l’indice di sovraffollamento era al 115,36% (47.539 i posti disponibili, 54.482 i detenuti presenti); alla data dell’8 giugno 2023 l’indice era del 120,08% (47.704 i posti disponibili, 57.284 i detenuti presenti).
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