Il Tribunale di Milano ha eliminato il divieto di avvicinamento in vigore da quasi due anni

La corte della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dal giudice Alessandra Clemente, ha revocato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ex compagna nei confronti del filosofo Leonardo Caffo, sotto processo nel capoluogo lombardo per maltrattamenti aggravati e lesioni aggravate sulla donna, una 30enne palermitana. Il divieto di avvicinamento era stato in vigore per gli scorsi due anni e sarebbe scaduto il prossimo 10 ottobre. “Si tratta di un divieto di avvicinamento, non lo consideriamo un punto negativo di questo processo. È quasi un atto dovuto, è perfettamente in linea dopo due anni: non cambia nulla di quello che è successo“, ha commentato Elena Tomayer, l’avvocato della ex compagna. Grande soddisfazione invece per i legali della difesa: “Siamo molto soddisfatti di questo: da oggi il dottor Caffo è un uomo libero. La misura è stata revocata prima della scadenza e questo dà atto anche della condotta che lui ha tenuto in questo tempo, con regolarità, perfetta aderenza alla misura e rispetto. Siamo molto contenti di questa revoca ante scadenza della misura”, spiega l’avvocata Romana Perin

 

Filosofo: “Felice per attenzione che mi avete regalato”

“Ora potete iniziare con i meme demenziali e raccontarla come vi pare. Ci sono ben tre perizie diverse se volete prendere quella che vi piace di più sono felice di come utilizzate male il vostro tempo libero e dell’attenzione che mi avete regalato in questi anni. Ora continuate pure voi che io ho da fare e vorrei scrivere libri su altri argomenti”. Lo scrive sui social il filosofo Leonardo Caffo, commentando l’udienza nella quale il tribunale di Milano gli ha revocato le misure cautelari per le accuse di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti dell’ex compagna. Nel corso della stessa udienza i periti nominati dalla Corte avevano certificato che la frattura del dito dell’ex compagna del filosofo è compatibile con “un’azione di afferramento e torsione”, ovvero con la dinamica descritta dalla vittima nella denuncia.

Di cosa è accusato Leonardo Caffo

Caffo è accusato dalla pm Francesca Gentili di “inaudite violenze” nei confronti della ex compagna e “offese raccapriccianti e umilianti” fino a “far perdere alla vittima la propria dignità” invitandola in più occasioni a uccidersi per non essere riuscita “a fare nulla nella vita”. Deve rispondere di numerosi episodi dal 2019 in poi di percosse e violenze fisiche tali da allarmare i vicini di casa e in un caso provocare la rottura di un dito. Oltre ad altri comportamenti di “controllo ossessivo e maniacale”, insulti e minacce “con frequenza settimanale”, lanci di oggetti. Al rientro da una festa l’avrebbe apostrofata urlandole “sei una merda, non vali nulla, figlia di mafiosi, menomata, malata psichiatrica”, ma sono decine gli epiteti di ogni genere (“malata, vacca, ti ammazzo” e altri), di cui la difesa del filosofo sta provando a dimostrare la non veridicità nel corso del processo. 

Perizia: frattura dito donna data da afferramento e torsione

Nell’udienza odierna i periti nominati dalla Corte hanno riferito le loro conclusioni in merito alla frattura del dito riportata dalla presunta vittima. La lesione, hanno spiegato i dottori Stefano Tambuzzi e Stanislao Lado, è compatibile con “un’azione di afferramento e torsione”, ovvero con la dinamica da lei descritta nella denuncia. “La frattura ha una caratteristica spiroide, tipica di un meccanismo di compressione contorsione. Il tipo di frattura non è idonea con quella di un pugno dato contro un muro, poco probabile sia derivata da una caduta“, hanno affermato in aula nel corso della loro audizione. 

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