Turetta non è presente in aula. Il 22enne, reo confesso della morte dell'ex fidanzata, rischia l'ergastolo

E’ iniziato questa mattina il processo a Filippo Turetta, reo confesso della morte dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023, in un parcheggio a Fossò (in provincia di Venezia). Nell’aula della Corte d’Assise di Venezia c’è Gino, il padre della vittima: sulla giacca una spilla con l’immagine della figlia e la scritta ‘Vola in alto Giulia- Noi con te’.

Il 22enne di Torreglia, invece, ha deciso di non presentarsi, come confermato qualche giorno fa dal suo legale, l’avvocato Giovanni Caruso, che difende il giovane insieme a Monica Cornaviera. Turetta rischia l’ergastolo: deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. Il pool della difesa, inoltre, ha ribadito anche l’intenzione di non chiedere la perizia psichiatrica.

Assente anche Elena Cecchettin, la sorella di Giulia. “Studia all’estero. Sta preparando la tesi in microbiologia”, ha fatto sapere la nonna Carla Gatto. Mentre il fratello Davide “é andato a scuola, non si è sentito di venire”.

Gino Cecchettin chiede risarcimento di oltre 1mln

La Corte d’Assise di Venezia ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile di Gino Cecchettin, papà di Giulia, della sorella Elena, del fratello Davide, della nonna Carla Gatto, e degli zii. La richiesta di risarcimento danni chiesta da Gino Cecchettin, rappresentato dall’avvocato Stefano Tigali, è di oltre 1 milione di euro per i danno subiti per l’omicidio della figlia Giulia. Anche la richiesta di risarcimento danni della sorella della vittima, Elena Cecchettin, rappresenta dall’avvocato Nicodemo Gentile, è di 1 milione di euro.

Turetta: “Sarò a processo quando necessario, mio pensiero va alla mia famiglia”

“Farò in modo di partecipare al processo solo quando è necessario, spero che finisca presto”, ha detto Turetta, secondo quanto apprende LaPresse da fonti accreditate. “Il mio pensiero va alla mia famiglia, a mio fratello e ai miei genitori, che vengono continuamente fermati dai giornalisti“, ha aggiunto il ragazzo che poi ha raccontato che è stata “infastidita anche la fidanzata di suo fratello”. 

 

Gino Cecchettin: “A Turetta non avrei nulla da dire”

L’assenza di Turetta in aula è “indifferente, è a sua discrezione”, ha dichiarato Gino Cecchettin. “Non avrei niente da dirgli”, “il danno l’ha fatto”. “Come sto io? Oggi sicuramente non bene, ma non c’è giorno in cui non pensi alla mia Giulia“. 

Gino Cecchettin: “Non mi auguro vendetta ma pena giusta”

Non mi auguro alcuna vendetta né un trattamento di favore ma solo quello che prevede la legge. Sono sicuro che la giuria e i giudici sapranno giudicare con correttezza. Ho piena fiducia e la pena giusta sarà quella che la giuria deciderò di comminare. Quello che deciderà la giuria per me va bene”, ha detto ancora il padre di Giulia. “Sentire quello che è successo, rinnova il mio dolore”.

Enti e associazioni non ammesse come parti civili

La Corte d’Assise di Venezia non ha ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Fossó e Vigonovo né delle Associazioni Penelope Italia Odv, Udi-Aps, I care we care, Dalla parte di Marianna. Lo ha comunicato all’aula il presidente Stefano Manduzio alla ripresa dell’udienza. 

Legale Turetta: “Lo vedremo mai in aula? È possibile”

Filippo Turetta lo vedremo mai in aula? “È possibile”. Questa la risposta ai cronisti del legale dell’assassino, Giovanni Caruso. “Vedo sempre il mio assistito, sta in carcere, è sofferto in espiazione di una pena per un delitto di cui è reo confesso”. In merito al processo “non posso anticipare nulla. Oggi ci sarà, non ho dubbi, la costituzione delle parti civili. Non posso anticipare nulla di qualcosa che in realtà è destinato ad essere deciso dalla Corte. Sapete qual è stato il mio tono nel corso di questo anno, immaginatevi se mi metto ad anticipare qualcosa adesso”. 

Legale Turetta: “Processo non renda Filippo vessillo di battaglia contro violenza”

Il processo deve puntare a comprendere se il giovane “merita la pena di giustizia e quale sia, ma non un processo in cui la spettacolarizzazione possa autorizzare a fare del giovane il vessillo di una battaglia culturale contro la violenza di genere”, ha detto in aula Caruso. Il legale ha evidenziato che “si oppone immediatamente e subito alla costituzione di parte civile delle associazioni” che ne hanno fatto richiesta. 

Legale Turetta: “Clamore mediatico, gli ho suggerito di non venire”

“È una sua libera scelta” non essere in aula “senza che vi sia alcuna mancanza di riguardo e di rispetto, ma il clamore mediatico in questa prima udienza gli ha suggerito di non essere presente“, ha dichiarato ancora l’avvocato del 22enne. “È detenuto e sta scontando ed espiando la sua pena. Sarà una pena consistente importante, una pena di giustizia che deciderà la Corte d’Assise di Venezia”.

 

Nonna Cecchettin: “Turetta doveva essere in aula”

“Filippo Turetta avrebbe dovuto metterci la faccia. Sarebbe stato giusto che fosse in aula. Se io fossi Turetta sarei stata presente, nonostante tutto, però ognuno la pensa in modo suo”, ha detto Carla Gatto, nonna di Giulia Cecchettin. 

 

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