L'uomo, 48 anni, è stato rintracciato e portato in carcere dopo essersi dato alla fuga
Una donna di 35 anni, Nabi Roua, è stata uccisa ieri sera, poco prima della mezzanotte, a Torino. Il delitto è avvenuto in via Cigna, nel quartiere Barriera di Milano. I carabinieri del nucleo radiomobile locale sono intervenuti nella casa della donna, di origine tunisina, dove era stato segnalato un violento litigio familiare. I militari hanno trovato la vittima gravemente ferita da una coltellata; trasportata in ospedale dal 118 è morta poco dopo. E’ stato poi accertato che la 35enne, casalinga, sarebbe stata uccisa dal marito, Ben Alaya Abdelkader, un operaio di 48 anni, cittadino tunisino, già sottoposto al divieto di avvicinamento. L’avrebbe colpita davanti ai figli e si sarebbe dato alla fuga. L’uomo è stato rintracciato quasi subito, sottoposto a fermo e portato in carcere al ‘Lorusso e Cutugno’. Nel frattempo sono in corso le verifiche da parte dell’autorità giudiziaria sul funzionamento del braccialetto elettronico di Abdelkader.
La ricostruzione del femminicidio
Il 48enne aveva il braccialetto elettronico (oltre al divieto di avvicinamento alla famiglia) e viveva vicino alla casa di via Cigna dove la moglie abitava con i due figli della coppia, un 13enne e una 12enne. Da una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe andato ieri sera a casa della donna, dove sarebbe scoppiata una lite, durante la quale Abdelkader la avrebbe accoltellata al petto. Poi si è dato alla fuga, dietro di lui il figlio 13enne che lo avrebbe inseguito mentre la sorella gridava aiuto. Giunti sul post, i carabinieri lo hanno trovato a circa 200 metri dall’abitazione e lo hanno fermato. I due adolescenti, entrambi di origine tunisina e regolari sul territorio italiano, sono stati ora affidati a una comunità.
Coltello da cucina è l’arma usata per il femminicidio
L’arma utilizzata sarebbe un coltello da cucina. I due, da quanto risulta, vivevano separati da prima di agosto e il 48enne risiedeva poco distante da via Cigna, nel quartiere Barriera di Milano.
I vicini di casa: “Liti a tutte le ore del giorno e della notte”
“Litigi? A tutte le ore del giorno e della notte, alcuni giorni urlavano, anche nell’ultimo periodo”. È la testimonianza rilasciata a LaPresse di Gaia, una vicina di casa della vittima, Nabi Roua. “Ieri sera c’è stata una veloce lite tra i vicini, non me ne sono neanche accorto finché la figlia non ha urlato chiedendo aiuto e battendo sulle porte. La figlia molto agitata e in panico. Il figlio ha inseguito il padre mentre stava contattando i carabinieri”, ha raccontato Mattia, un altro vicino, il primo a soccorrere la donna. “Sono uscito e ho chiamato il 112, l’operatrice mi ha chiesto di provare a tamponare la ferita finché non sono arrivate le autorità e i soccorsi. Le condizioni erano abbastanza gravi”, ha detto il giovane. Prima di ieri “si erano già sentite liti e discussioni ma non so su cosa non essendo in italiano”, ha aggiunto. “Litigavano sempre ma non capendo la loro lingua non so su cosa, avrei voluto capire e intervenire prima”.
La vicina di casa: “Marito ieri pomeriggio era giù nel palazzo”
“Non so le dinamiche familiari, so che lui non viveva qua da qualche giorno. Ieri pomeriggio, verso le 18.30, l’ho incontrato giù nel portone. Non ci siamo salutati ma sembrava tranquillo”, ha affermato ancora Gaia, vicina di casa di Nabi Roua.
Verifiche su braccialetto elettronico
Sono in corso le verifiche da parte dell’autorità giudiziaria sul funzionamento del braccialetto elettronico di Ben Alaya Abdelkader, fermato con l’accusa di aver ucciso la moglie, Nabi Roua.
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