Otto persone, fra costruttori, architetti e funzionari del Comune, sono accusate a vario titolo di abusi edilizi, falso e abuso d'ufficio
Per il gup di Milano Teresa De Pascale sarebbero legittime la richieste di risarcimento danni da parte dei vicini di casa della Torre Milano di via Stresa di 82 metri. Si tratta di uno dei palazzi finiti nelle 14 inchieste della Procura meneghina sull’urbanistica e l’edilizia per essere stato realizzato con una Scia come “ristrutturazione edilizia” invece che “nuova costruzione” dopo la totale demolizione e ricostruzione di due edifici prima industriali e poi destinati a uffici, rispettivamente da due e tre piani l’uno. E’ quanto si apprende sulla prima udienza preliminare che si è tenuta questa mattina nel processo a carico di otto persone, fra costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano. Sono accusati a vario titolo dai pubblici ministeri Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici di abusi edilizi, falso e abuso d’ufficio nella realizzazione del grattacielo di via Stresa 22 affacciato su piazza Carbonari, progettato da Beretta Associati per conto della Opm (Impresa Rusconi e Storm.it).
La gup – accettando la costituzione di parte civile nel processo di una signora che abita vicino alla Torre e la costituzione per ora solo come persone offese di due cittadini del comitato contrario alla costruzione, assistiti dall’avvocato Simone Lazzarini – ha dettato un’ordinanza, non ancora depositata alle parti, in cui cita sentenze della terza sezione della Corte di Cassazione sulla legittimità della richiesta di danni da parte dei vicini di casa nel caso in cui fossero accertati gli abusi edilizi e la lottizzazione abusiva. Sul reato di abuso d’ufficio, cancellato dal governo a giugno, la giudice non ha emesso per il momento sentenza di proscioglimento nei confronti dei funzionari comunali dello Sportello Unico Edilizia imputati perché pende una questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta sollevata da vari tribunali d’Italia. L’udienza preliminare ripartirà il 23 gennaio alle 9.40 per la discussione.
È la prima delle decine di inchieste aperte dai pm milanesi con la guardia di finanza che arriva davanti a un gup e vede imputati Stefano e Carlo Rusconi come rappresentanti legali della Opm, l’architetto 84enne Gianni Maria Ermanno Beretta dello studio Beretta Associati come progettista e direttore lavori; gli ex dirigenti del Comune di Milano Giovanni Oggioni (già direttore delle Sportello Unico Edilizia e membro della Commissione per il paesaggio), e Franco Zinna, ex numero uno fino a pochi mesi fa della Direzione Urbanistica di Palazzo Marino; infine i funzionari del Sue che si sono occupati della pratica ‘Torre Milano’ Francesco Mario Carrillo, Maria Chiara Femminis, Pietro Ghelfi. Per tutti le accuse sono di aver procurato “un ingiusto vantaggio economico di rilevante gravità” al privato e “l’ingiusto vantaggio patrimoniale” derivante dalla violazione dei limiti di legge “inderogabili” su “densità, altezza e distanza” degli edifici provocando la “compromissione del paesaggio urbano”, peggiorando le “visuali” e le “condizioni di soleggiamento” di tutta l’area e senza prevedere un aumento né dei “parcheggi” né del “verde”, nonostante i nuovi “carichi urbanistici” stimati in 102 appartamenti per 320 abitanti.
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