Mai così tanti ragazzi nelle carceri minorili in Italia. A certificarlo è il nuovo report pubblicato dall’Associazione Antigone sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni (Ipm), a un anno dal Decreto Caivano. Il 15 settembre 2024 erano 569 i giovani detenuti negli Ipm italiani. “È da febbraio che il dato supera costantemente le 500 presenze, arrivando ad oscillare tra le 560 e le 580 negli ultimi mesi”. “Numeri così alti non si erano mai registrati prima“, rileva Antigone. Al 15 settembre 2024, gli ingressi sono stati 889. Nello stesso periodo del 2023 gli ingressi erano stati 764.
In un solo anno si è registrata una crescita del 16,4%. A ottobre 2022, momento in cui si insedia l’attuale governo, le carceri minorili ospitavano 392 persone, del tutto in linea con il dato immediatamente precedente la pandemia (durante la quale sono calati ulteriormente, ma evidentemente a causa di un fattore esterno). A fine 2019 i ragazzi in carcere erano infatti 382. In ventidue mesi i giovani detenuti sono cresciuti del 48%. “Un’impennata che non ha eguali e che non trova alcun fondamento in un parallelo aumento della criminalità minorile, che negli ultimi quindici anni ha avuto un andamento ondivago senza tuttavia particolari picchi e che nel 2023 ha visto addirittura diminuire del 4,15% il numero di segnalazioni di minori denunciati o arrestati rispetto all’anno precedente”, osserva l’associazione.
Secondo il report di Antigone per la prima volta anche le carceri minorili sono alle prese con il sovraffollamento. “Complessivamente, i posti in Ipm sono 516. A fronte delle 569 presenze di metà settembre, il tasso di affollamento medio è dunque pari al 110%. Non si tratta solo di qualche Istituto particolarmente pieno, ma di una situazione diffusa in tutto il Paese: dei 17 Ipm presenti sul territorio, ben 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero”, rileva Antigone. Il più sovraffollato in termini percentuali è l’Ipm di Treviso, con 22 ragazzi per 12 posti regolamentari (tasso di affollamento 183,3%). Seguono il Beccaria di Milano, con 54 ragazzi per una capienza di 37 (145,9%) e l’Ipm di Acireale con 22 ragazzi per una capienza di 17 posti (129,41%). Nei 5 Istituti attualmente non sovraffollati, si registra comunque una situazione assai precaria, essendo tutti al limite della capienza. In tutti e cinque basterebbero solo un ingresso in più per superare i posti disponibili.
Nel 2023 i ragazzi denunciati e/o arrestati sono diminuiti del 4,15% rispetto al medesimo dato raccolto nel 2022. Distinguendo in base alla nazionalità, le segnalazioni di minori italiani denunciati e/o arrestati siano diminuite del 2,19%, mentre quelle di minori stranieri si sono ridotte addirittura del 5,93%. E’ quanto rileva l’Associazione Antigone nel nuovo dossier sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni a un anno dal Decreto Caivano. Analizzando l’andamento a lungo termine, dal 2010 al 2023, si osserva – nei dati relativi ai minorenni arrestati e/o indagati – un trend oscillante ma generalmente costante, senza aumenti esponenziali. Sostanziale conformità nei dati si riscontra nel periodo 2010 – 2012, con un aumento tra il 2013 e il 2015, anno del massimo picco positivo (32.566 segnalazioni).
A partire dal 2015, invece, si registra un costante decremento fino al 2020, anno in cui si nota il numero più basso di segnalazioni nel periodo considerato (25.088 segnalazioni), decremento da ricondursi alle restrizioni legate al periodo pandemico. Nel 2021, si è registrato un lieve aumento rispetto al 2020 (28.954 segnalazioni), mentre nel 2022 si rileva un considerevole incremento delle segnalazioni (32.522 minori segnalati). Tuttavia nel 2023 si registra una flessione verso il basso, con 31.173 segnalazioni. “Parlando di criminalità minorile, contrariamente all’idea diffusa delle c.d. ‘Baby Gang’ come un’invasione di minori devianti e criminali, soprattutto a causa della presenza di ragazzi stranieri descritti come privi di controllo, i dati mostrano una realtà diversa”, è il commento di Antigone.
Un’inchiesta realizzata da Altreconomia, descrive come nella fase post pandemica negli Ipm si sia registrato un significativo aumento della spesa – e dunque della somministrazione – di psicofarmaci, in particolare di antipsicotici. L’inchiesta racconta che in 5 Ipm la “spesa a persona” legata all’acquisto di farmaci antipsicotici, è aumentata mediamente del 30% tra il 2021 e il 2022. Lo evidenzia il nuovo dossier di Antigone sugli Istituti di pena minorili. “Il dato, di per sé allarmante, risulta ancora più grave se paragonato a quanto accaduto negli Istituti penitenziari per adulti, dove la spesa nello stesso arco temporale e in relazione allo stesso tipo di farmaci, è sì aumentata, ma solo dell’1%” evidenzia l’associazione.