Il corteo organizzato nella Capitale per sabato 5 ottobre non è stato autorizzato. L'appuntamento è alle 14 a Piazzale Ostiense

Sale la tensione per la manifestazione pro Palestina prevista per sabato 5 ottobre a Roma. A un anno di distanza dai fatti del 7 ottobre, con l’attacco di Hamas a Israele e la successiva risposta di Tel Aviv con l’invasione di Gaza, i pro Pal sfidano i divieti e decidono di marciare lo stesso per le vie della Capitale, nonostante la manifestazione non sia stata autorizzata. I pullman sono pronti a partire da diverse città: l’appuntamento è alle 14 a Piazzale Ostiense, vicino Piramide. Le misure di sicurezza verranno messe a punto domani in un tavolo tecnico presieduto dal neoquestore Roberto Massucci.

Attese 30mila persone

Non è bastato quindi il ‘no’ della questura e la conferma del divieto da parte del Tar per evidente “pericolo per l’ordine pubblico”. Nelle strade di Roma – secondo i manifestanti – si potrebbero riversare fino a 30mila persone, se non di più. Incassato anche il sostegno di Amnesty International che ha rimarcato che “il diritto di protesta è protetto da diverse disposizioni sui diritti umani e in particolare dall’interazione dei diritti alla libertà di riunione pacifica e di espressione”. A preoccupare è anche l’annuncio da parte degli organizzatori – Giovani palestinesi d’Italia, Associazione dei Palestinesi in Italia, Unione democratica arabo palestinese, Comunità palestinese d’Italia – che per promuovere la manifestazione hanno utilizzato l’espressione “il 7 ottobre è la data di una rivoluzione”.

Il no di Piantedosi

All’indomani del divieto della Questura di Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva commentato: “Noi non vietiamo quasi mai le manifestazioni, difendiamo il diritto costituzionale di manifestazione del pensiero, e anche per una tendenza a voler gestire il dissenso problematico e critico. Però, con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare”. 

Piantedosi: “Si deciderà sul campo”

“Chiaramente qualunque manifestazione svolta in violazione del divieto sarebbe illegale. Poi vediamo, la situazione sarà gestita dalle forze dell’ordine con il solito equilibrio, mi fido della loro capacità di confinare in un quadro di legalità senza turbative per la sicurezza pubblica. Sono decisioni che vanno prese sul campo, che si alimentano e beneficiano della saggezza e dell’equilibrio del personale che è sul campo”, ha spiegato ancora il ministro. “I numeri sono sotto monitoraggio degli organismi delle forze di polizia, c’è una posizione di principio e una operativa. La posizione di principio è stata presa, poi vediamo lo scenario che si realizza. Mi piace sottolineare che non tutti i proponenti delle manifestazioni hanno deciso che vorranno scendere in piazza comunque, c’è stata una sigla importante rappresentativa della difesa dei diritti dei palestinesi in Italia che ha accettato il divieto come invito a riprogrammare una manifestazione che fosse scevra dai problemi individuati dalle autorità di pubblica sicurezza, programmandola sabato prossimo. Era chiaro che, essendo vicino al 7 ottobre e per il modo con cui erano stati fatti i preavvisi, era a rischio di celebrazione di un eccidio, che va censurato per l’intrinseco disvalore ma anche perché poteva essere foriero di alimentazioni di turbative su piazza”.

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