I reati contestati sono accesso abusivo a strutture informatiche e diffusione di malware

Ha riconosciuto di essere entrato nel sistema informatico del Ministero della Giustizia e ha anche offerto la sua disponibilità a collaborare con i magistrati Carmelo Miano, l’hacker 24enne arrestato martedì sera nell’ambito di un’indagine della procura di Napoli. Miano, assistito dall’avvocato Gioacchino Genchi, è stato ascoltato oggi dal gip del tribunale di Napoli che si è riservato la decisione sull’arresto.

I reati contestati sono accesso abusivo a strutture informatiche e diffusione di malware, commessi in concorso con altri tre indagati. Nel corso dell’interrogatorio Miano, originario di Gela ma residente a Roma dove è stato arrestato, ha ammesso di aver violato la piattaforma informatica del Ministero della giustizia e anche di essere entrato nella mail di alcuni magistrati.

Miano, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha ammesso gli addebiti contestati e si è reso disponibile a fornire ai pm ulteriori elementi sulle incursioni informatiche ai sistemi del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Interno, della Guardia di Finanza e della Tim, commessi dal 2021 alla data dell’arresto, già qualche mese dopo la prima perquisizione della Procura di Brescia. Il giovane ha però categoricamente escluso di avere arrecato qualsiasi tipo di danneggiamento dei sistemi informativi istituzionali violati.

L’avvocato Gioacchino Genchi, che difende il 24enne, ha chiesto la dichiarazione di incompetenza dell’autorità giudiziaria di Napoli e la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia in quanto l’indagato ha ammesso di essere anche entrato nella corrispondenza elettronica delle webmail istituzionali di pubblici ministeri di Brescia, Gela, Roma e Napoli.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata