Carceri, si impicca a San Vittore con lacci scarpe

Si tratta del 75esimo suicidio del 2024

“Origini pugliesi, 44 anni, in carcere per presunti reati correlati agli stupefacenti, fine pena provvisorio fissato al 2027, si è strozzato utilizzando i lacci delle scarpe nel suo letto in una cella della Casa Circondariale di Milano San Vittore ed è stato ritrovato esanime verso le 5.30 di stamattina. A nulla sono valsi gli immediati tentativi di soccorso della Polizia penitenziaria e dei sanitari. Si tratta del 75esimo recluso che si toglie la vita dall’inizio dell’anno, in una strage continua e che non trova alcun argine dal Governo”. Lo rende noto Gennarino De Fazio, segretario generale della Ulpa Polizia Penitenziaria. “A San Vittore sono stipati 1022 detenuti a fronte di 447 posti disponibili con un sovraffollamento di oltre il 229%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e comprendendo gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%. È di ogni evidenza che un qualsiasi apparato articolato non possa reggere in tali condizioni e non possa propriamente dirsi neppure organizzato”.

“Del resto – prosegue – nel Paese, con ormai 62mila reclusi presenti e meno di 47mila posti disponibili, sono oltre 15mila i detenuti in esubero e più di 18mila le unità mancanti alla Polizia penitenziaria. Carente è l’assistenza sanitaria e psichiatrica, inadeguati sono gli equipaggiamenti, le strutture e le infrastrutture, molto approssimativa risulta l’organizzazione”. “Un sistema carcerario sull’orlo del baratro, con gli operatori che dovrebbero assicurare il rispetto delle regole laddove tutte le regole sono da tempo saltate e loro stessi subiscono la negazione di diritti e prerogative persino di rango costituzionale, oltre a essere sottoposti a carichi di lavoro e turnazioni massacranti”, aggiunge il Segretario della Uilpa Pp.“Il 25 ottobre del 2022 (anno record per i suicidi in carcere) la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera dei Deputati, dichiarò che ‘Dall’inizio di quest’anno, sono stati 71 i suicidi in carcere. Non è degno di una nazione civile, come indegne sono spesso le condizioni di lavoro dei nostri agenti di Polizia penitenziaria’. Dopo due anni, e siamo solo all’11 e non al 25 di ottobre, i suicidi sono 75 e le condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria sono ulteriormente peggiorate. Dunque, lo sappia la Premier, sotto il suo Governo le condizioni delle carceri e di lavoro per gli agenti sono ancora più indegne che in passato per una ‘nazione’ civile”, conclude De Fazio.